Valentino Rossi non è mancato in Qatar, ma in un campionato di 21 gare prima o poi si comincerà a sentire la sua mancanza in MotoGP. Il suo team ha già raccolto una vittoria in Moto2 e, per ogni classe, c’è almeno un pilota dell’Academy candidato al titolo (Bagnaia, Migno, Vietti…), ma resta il fatto che Valentino è sempre Valentino. E che le corse in moto, per lui, sono un amore che dura da tutta la vita. Lo sa bene Luca Marini, che in un’intervista rilasciata nel giovedì di Mandalika ha garantito che il fratello sarà presente: “Di sicuro per tre, quattro gare quest’anno, forse anche di più. Vedremo se la sua presenza nei box renderà le cose speciali, portando con sé un po’ di quella magia che lo ha sempre accompagnato per tutta la sua carriera”.
Rossi c’è quindi, anzi ci sarà, quantomeno a guardare i suoi piloti con un paio di cuffie in testa, seduto al muretto di fianco a Uccio. E magari, come si auspica Guido Meda, lo sentiremo nella cabina di commento di Sky per raccontare qualche turno di prova. Inutile dire che più di qualcuno - da Carmelo Ezpeleta all’ultimo degli appassionati - vorrebbe vederlo in pista ancora una volta tra una gara e l’altra del campionato GT. Anche perché Valentino, contrariamente a tanti ex colleghi ormai in pensione (pensiamo a Casey Stoner o Jorge Lorenzo) continua a girare in moto come se non avesse mai smesso: soltanto nell’ultima settimana ha corso al Ranch di Tavullia, dove tra gli altri erano invitati Andrea Dovizioso e Lorenzo Savadori, e si è lanciato in una giornata di allenamento in moto al Mugello. La tuta della stagione scorsa, una Yamaha R1 preparata per l'occasione e i suoi piloti accanto, ricordandoci ancora una volta che quando dice di correre per passione non sta tirando fuori una frase fatta. È proprio così.