Quando tuona, da qualche parte piove. E’ un vecchio detto, ma che vale anche per la MotoGP, perché quando una voce si fa sempre più insistente qualcosa di vero dietro a quella voce c’è. E quando si parla di Andrea Dovizioso e di Honda, i tuoni sono parecchi e sempre più frequenti. E’ vero, il regolamento non permette di schierare in pista una terza moto ed è vero anche che Carmelo Ezpeleta sulla possibilità di una deroga a questa regola è stato molto chiaro: nessun team potrà avere più di due moto.
E’ altrettanto vero anche che Simone Battistella, il manager di Andrea Dovizioso, ha dichiarato a Corriere.it che il pilota di Forlì non è minimamente interessato a tenere calda la sella di Marc Marquez solo per un paio di gare. Ma allora perché continua a tuonare? Tutti i fatti concreti sembrano mostrare al di là di ogni ragionevole dubbio che Andrea Dovizioso farà davvero il tanto discusso anno sabbatico, per poi valutare le opportunità migliori in vista del 2022, ma il fatto che del suo approdo in Honda si continui a parlare con così tanta insistenza continua a far pensare che qualcosa si stia muovendo.
Cosa? Difficile capire e quelle che si possono fare al momento sono solo supposizioni. Anche perchè il nome di Marc Marquez non è quello di un pilota qualsiasi e dietro ad un otto volte campione del mondo gravitano interessi, contratti e sponsorizzazioni importanti. Ecco perché sulle reali condizioni di salute del campione di Cervera non c’è assoluta chiarezza ed ecco perché l’atteggiamento preso è quello dell’attesa a oltranza.
Prendere ora Andrea Dovizioso o qualunque altro pilota significherebbe dare all’ambiente un messaggio pericoloso e, cioè, che Marquez non ce la farà non solo per la primissima gara, ma anche per alcune delle successive. Non significa che in Honda intendono mettere fretta al Cabroncito, ma che non possono permettersi di fare mosse che suonerebbero come una sentenza. Non è un caso, infatti, che Alberto Puig abbia recentemente dichiarato di voler puntare ancora su Stefan Bradl se Marquez non dovesse farcela. Ma allora quale potrebbe essere la soluzione, visto che di Dovizioso si continua a parlare?
Al momento le strade sembrano essere due e non di più. La prima attiene alla “politica”, con il colosso giapponese che potrebbe convincere Dorna e gli altri costruttori a derogare alla regola dei piloti in pista per ogni team. Tutto sommato anche lo spettacolo potrebbe guadagnarne e l’ipotesi non appare del tutto assurda, soprattutto in considerazione del fatto che Honda non ha certo difficoltà a mettere sul piatto “argomenti molto convincenti”. Su questa ipotesi Carmelo Ezpeleta è sembrato categorico e c’è da capire se e quanto il patron del motomondiale sia disposto a trattare.
L’altra strada, invece, potrebbe riguardare più direttamente il pilota di Forlì e il marchio giapponese. E’ noto, infatti, che dal 2022 ci saranno selle in più e che Honda starebbe valutando l’ipotesi del terzo team oltre a quello ufficiale con Repsol e a quello satellite di Lucio Cecchinello, dopo l’annuncio di Fausto Gresini di essere presente nel 2022 come indipendente. Due nomi, Honda e Gresini, che già in passato hanno lavorato insieme, con l’ex pilota che ha già un accordo per il 2022 con Fabio DiGiannantonio e che potrà dunque mettere a disposizione una sella. In un’ottica più a lungo termine, quindi, Andrea Dovizioso potrebbe accettare di sostituire Marc Marquez nel 2021 mettendosi in tasca sin da ora una garanzia per il 2022.
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