Se ti chiami Marc Marquez puoi fare qualcosa di buono anche con una moto non pienamente competitiva, ma non è sulla Honda e sui suoi problemi che c’è caduto l’occhio. Però la riflessione su quanto il pilota, in MotoGP, sia ancora in grado di limitare i problemi di una moto ci è funzionale per parlare di Aprilia. In Qatar le cose sono andate benone, ma c’era il “presunto” vantaggio dei tanti giorni di test. Ora la RS-GP21 è arrivata a Portimao, per il GP del Portogallo, e ha fatto ancora meglio e la domanda diventa legittima: dove starebbe questa Aprilia se non fosse stata tutta sulle spalle di Aleix Espargarò? Senza nulla togliere al pilota spagnolo e senza stare a discutere sul suo più o meno grande talento, è oggettivamente innegabile che da anni sta lavorando da solo. Sin da quando Andrea Iannone è fuori dai giochi per l’ormai nota vicenda del presunto caso di doping.
Il vantaggio offerto dalla possibilità di sviluppare meglio e più di altri grazie alle concessioni sembra essere stato sfruttato nel migliore dei modi e i cambiamenti apportati sulla RS-GP hanno pagato quanto ci si aspettava, ma è innegabile che non c’è neanche un test team. “Le teste del motore sono diverse dall’anno passato – ha detto sabato mattina, ai microfoni di Sky, Romano Albesiano – Non siamo ancora a pieno potenziale perché vorremmo prima avere tutte le certezze necessarie sull’affidabilità”. Una affermazione che, tradotta in termini più pop, significa solo una cosa: questa Aprilia è limitata (per precauzione) e può dare di più. Tanto che gli stessi tecnici di Noale hanno ammesso che dopo la prima parte di stagione il motore, sempre se non si riscontreranno limiti di affidabilità, potrà girare a piena cavalleria. Oggi Aleix Espargarò ha chiuso con i primi, in sesta posizione, mentre Lorenzo Savadori – che ha sofferto e che, lo ricordiamo, fa i conti anche con un serio problema ad una spalla - ha comunque chiuso la gara in 14esima posizione. C’è di che essere contenti, a Noale, ma alla luce di tutto questo c’è anche di che mangiarsi le mani.
Perché è vero che l’obiettivo è Andrea Dovizioso e che probabilmente quell’obiettivo è ad un passo dall’essere raggiunto, ma è altrettanto vero che Andrea Dovizioso ha più volte ribadito di sentirsi un pilota e di essere quanto di più distante dalla figura di un collaudatore. Ecco perché a vedere l’Aprilia lì davanti, che può contare solo su Espargarò sia come pilota che come collaudatore, ci sono tornati in mente i giorni in cui si parlava della possibilità di un ruolo da tester per Jorge Lorenzo. Come dice il vecchio detto: è mancato un soldo per fare una Lira. E sarebbe stata una Lira tutt’altro che svalutata, viste le qualità di Lorenzo in termini di sensibilità e capacità di rendere guidabile e performante una moto. E’ stato, di fatto, l’uomo che ha incanalato sulla giusta strada i tecnici Ducati per rendere più dolce l’indomabile Desmosedici e, dopo il benservito ricevuto da Yamaha alla fine della scorsa stagione, avrebbe potuto tornare straordinariamente utile ad Aprilia.
E’ chiaro che se ci si prepara allo sforzo economico necessario a mettere le mani su Andrea Dovizioso, probabilmente non resta molto per garantirsi anche uno Jorge Lorenzo come collaudatore, ma forse era il caso di provarci. E magari insistere. Viene da chiedersi, a questo punto, se sia troppo tardi per provarci ancora. Perché una Aprilia così veloce a cui aggiungere una struttura completa in tutte le sue caselle, compresa quella fondamentale del tester, potrebbe davvero proiettare in alto un marchio che ha una straordinaria tradizione racing e che merita quei riflettori che, almeno fino a questa stagione, non è più stata capace di attirare su di sé. Soprattutto in considerazione del fatto che l’anno prossimo le RS-GP21 in pista potrebbero anche essere quattro.