Di solito nel calcio ogni frase viene ponderata per non destabilizzare un ambiente. Le dichiarazioni sono spesso generali e non si tende mai ad accusare una categoria o un singolo giocatore proprio per non affrontare le conseguenze di un possibile ‘scontento’ in casa. E poi c’è Maurizio Arrivabene che, arrivato alla Juventus, ha deciso di interrompere questo motivetto decisamente frustrante. Sì perché l’amministratore delegato dei bianconeri, a margine della partita contro il Cagliari, ha usato la strada dritta per esprimere un concetto che viene pensato dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori, ma purtroppo viene mai detto davanti ai microfoni. In particolare, l’ex Ferrari si è riferito al caso De Ligt che qualche giorno fa aveva espresso la volontà di giocare fuori da Torino, magari in una squadra che offrisse uno stipendio più alto della Juventus, in forte crisi economica: “Ci sono calciatori che in questo momento sono più attaccati ai procuratori che alla maglia” aveva detto. Una frase che, nonostante il soggetto non sia stato menzionato, si riferiva proprio al difensore olandese e al suo agente Mino Raiola. Una frase che però ci ha fatto fare una riflessione, succede soltanto nel calcio che qualcuno minacci di andarsene per uno stipendio più alto? Assolutamente no e proprio in questi giorni abbiamo avuto la conferma.
Stiamo parlando del neo campione del Mondo Fabio Quartararo che non sembra aver intenzione di volersi fermare a un titolo. Il francese infatti vuole assolutamente competere anche l’anno prossimo e la forte concorrenza della Ducati, che appare come la stragrande favorita per la vittoria, sembra allontanare le sue possibilità di un secondo successo consecutivo. È così che, come ha rivelato il manager Carlo Pernat, per restare in Yamaha il pilota avrebbe chiesto ben 20 milioni per rinnovare il suo contratto con la casa giapponese. Insomma una cifra non da poco. Nel caso in cui le richieste non venissero accolte, il Diablo sarebbe già pronto a cambiare, appunto, casacca, con la Repsol Honda pronta ad accoglierlo non solo sulla propria moto… ma economicamente. Insomma calcio e MotoGP, almeno sotto questo aspetto, non sembrano essere così distanti.