Magari uno che non ha visto la Sprint Race di Austin della MotoGP va a guardare solo l'ordine d'arrivo, legge Marc Marquez primo, Alex Marquez secondo, Pecco Bagnaia terzo, e pensa che rispetto all'Argentina o alla Thailandia non sia cambiato nulla. Invece no, nel sabato texano in cui più di ogni altra volta ci si aspettava di vedere eseguita con freddezza l'interpretazione di un copione già scritto (Marc Marquez che dalla pole domina e stravince mentre Pecco, dalla sesta casella, annaspa), abbiamo assistito alla prima vera scintilla di questo Mondiale.
La sceneggiatura l'ha cambiata Bagnaia, dopo un venerdì onestamente bruttino e ad una manciata di ore da una qualifica opaca, con un primo giro devastante: grande stacco della frizione per scrollarsi di dosso i cattivi presentimenti, dive bomb garbato all'apice di curva uno per mettersi in un colpo solo tutti i piloti della MotoGP alle spalle, reazione tutta grinta e orgoglio quando Marc gli ha incrociato la traiettoria nella discesa di curva 2 e lui, Pecco, l'ha sorpreso in contropiede nel velocissimo ingresso di curva tre. Poi ha completato tutto il serpentone con pista libera davanti, tornando ad assaporare una sensazione che mancava dallo scorso autunno. "So che vincerai tu, che qui sei più forte tu, ma io ti rompo le scatole ugualmente" - sembrava sussurrare Bagnaia a Marquez in quei cambi di direzione repentini, una danza ritmica che ha sancito il ritorno in scena di Pecco e archiviato la prefazione di una stagione che finalmente sta deragliando dai binari della scontatezza.
I più critici diranno che non è cambiato nulla perché dopo venti secondi Marquez si è rimesso davanti e davanti è rimasto nonostante abbia rischiato uno degli highside più pericolosi della carriera, ma la verità risiede da un'altra parte. Si trova negli occhi di Pecco che, quando arriva ai microfoni di Sky caldo della terza medaglia di bronzo su altrettante Sprint Race, emanano una luce ritrovata: "È sicuramente la gara migliore di quest'anno, il sorpasso alla tre su Marc. Marquez mi ha dato gusto, mi sono preso anche un bel vaffan*ulo alla spagnola da parte sua, mi ha fatto ridere" - confessa. "La partenza l'ho azzeccata sì (sorride). Se l'ho studiata? Mah, è tutto il weekend che sto facendo della grandi partenze, su questa pista mi stanno riuscendo bene. Stamattina penso di aver fatto il record di partenze con la Ducati, che è 2,17 secondi sullo zero a cento km/h. In gara penso di averne fatta una simile. Il sorpasso su Marquez alla tre meglio del doppio sorpasso all'esterno sul cordolo di Jerez 2024? No, quello di Jerez è uno di quei sorpassi che ci si ricorderà per sempre, questo qui è più normale, e secondo me è venuto perché lui non se l'aspettava". Per la prima volta in questo 2025, Bagnaia è riuscito a terminare una giornata con sensazioni positive, vibranti: tornerà in hotel stanotte portandosi dietro un motivo per sorridere, per essere orgoglioso, per sentirsi minimamente appagato. È una notizia assoluta, considerando come si erano sviluppati i weekend di Buriram e Termas e prendendo atto del fatto che Austin, Texas, è regno intoccabile del rivale: proprio qui Bagnaia ha trovato la forza per piantare una pacca sulla spalla di Marquez e intimargli di godersi la sua festa, perché tra poco finirà.
Eppure non è solo quel primo giro d'applausi, quel bagliore di forza, a restituire fiducia a Pecco. Ci sono stati almeno sei giri consecutivi in cui Bagnaia ha fotocopiato i tempi dei fratelli di Cervera, sfuggiti dalle sue grinfie solo per colpa di una prima fase di Sprint (eccetto il primo giro) tentennante, abbottonata. Avere seguito Marc e Alex ad Austin, da posizione relativamente ravvicinata, potrebbe rivelarsi una fortuna per la gara lunga di domenica: "Dietro di loro sono riuscito a capire qualcosa che potrebbe aiutarmi nel serpentone. Oggi ci siamo avvicinati, non dobbiamo smettere di lavorare". Alle 21 italiane, ultima domenica di marzo, Bagnaia tenterà qualcosa di epico: battere Marc Marquez a casa sua, in Texas. Un sogno che si è intrufolato nella testa di Pecco giusto in tempo per provare ad onorarlo.