“Quando hai passo puoi fare tutto quello che vuoi”. La sintesi perfetta della sprint di Austin è venuta fuori in telecronaca su Sky mentre sul monitor scorrevano le immagini del retropodio in cui Marc Marquez, Alex Marquez e Pecco Bagnaia si confrontavano sulle fasi salienti della gara. Il passo, non serve neanche dirlo, lo ha avuto Marc Marquez, che però s’è ritrovato sul gradino più alto del podio per la quinta volta consecutiva con la testa meno libera del solito e, probabilmente, pure con un simbolico messaggio in una altrettanto simbolica tasca. E’ il messaggio che gli ci ha messo Pecco Bagnaia subito dopo il semaforo verde, con l’italiano che ha trovato lo start perfetto e è andato a girare alla prima curva con una manovra da matto vero piuttosto che dal calcolatore scientifico che è sempre stato. E Marc Marquez ha dovuto faticare non poco per rimettersi davanti, magari pure un po’ innervosito da una manovra che lo ha spiazzato e che, di fatto, avrà suonato pure da “ma come si permette questo qua di fare una roba del genere in quello che è il mio regno?”

Hanno bagarrato, sono stati fianco a fianco e l’otto volte campione del mondo ha preso anche un gran rischio, con un salvataggio dei suoi che lo ha visto addirittura scalare in terza posizione, superato a destra da Pecco e a sinistra dal fratello. Uno di quegli episodi che farebbe chiudere un po’ il gas a chiunque, ma non a Marc Marquez che, invece, ha reagito da fenomeno. S’è rimesso davanti e da lì non ce ne è stato più per nessuno, anche perché al secondo posto è rimasto Alex che ha contenuto le ultime sfuriate di Pecco mentre il 93 prendeva margine. “E’ stato bellissimo in quei primi frangenti vederli lottare in quel modo – ha detto Gigi Dall’Igna subito dopo la bandiera a scacchi – Pecco ha trovato una partenza incredibile e s’è comportato come il campione che è, con Marc che ha risposto come lui sa fare”. Sì, in quei due giri c’è una sentenza: la MotoGP 2025 non sarà la noia che ci stavamo aspettando. Anche se in questa Sprint è finita esattamente come in tutte le altre quattro gare disputate fin qui: con Marc e Alex Marquez davanti a tutti.
E, manco a dirlo, con cinque Ducati prime sotto la bandiera a scacchi, visto che appena giù dal podio si sono piazzati Fabio Di Giannantonio (che partiva dalla seconda casella, ma è rimasto nel traffico alla prima curva) e Franco Morbidelli, durissimo in un paio di duelli con Pedro Acosta prima e Fabio Quartararo poi. Per i due della VR46 è stato un gran sabato, per quanto mostrato in pista, ma, soprattutto, per il passo gara tenuto da entrambi i piloti. Con Di Giannantonio in particolare che senza quella partenza avrebbe seriamente potuto lottare per una posizione sul podio.
I due “figli” di Valentino Rossi si sono ostacolati? Nieto, dal loro box, ha detto che in effetti un po’ sì, ma è stato spettacolo e va bene così. Anche perché il Texas da quel punto di vista non ha deluso neanche fuori dalla top five, visto un Fabio Quartararo capace di guidare sopra i problemi della sua Yamaha (compreso un salvataggio alla Marc Marquez) e un Pedro Acosta che, fino al fisiologico calo della sua gomma, ha tenuto il passo dei primi (salvo poi chiudere settimo).
Dietro di lui, in ottava posizione, Luca Marini, primo dei piloti Honda dopo la caduta di Joan Mir (quando era sesto), che si è lasciato alle spalle l’Aprilia di Ai Ogura e quella di un Marco Bezzecchi apparso un po’ troppo arruffone, probabilmente nel tentativo di risalire prima possibile da quella tredicesima casella da cui era dovuto partire.
Fermin Aldeguer apre la seconda metà della classifica con l’ultima delle Ducati in pista, seguito dalle KTM di Brad Binder e Enea Bastianini (ritiro per Maverick Vinales quando era in top 10). Un paio di erroracci hanno invece condizionato il sabato di Jack Miller, finito due volte largo e poi quattordicesimo sotto al traguardo davanti all’altra Yamaha ufficiale di Alex Rins. Chiudono la classifica Johann Zarco, Raul Fernandez, Augusto Fernandez, Somkiat Chantra e Lorenzo Savadori.
