Darsele in ogni modo, di carene e di strategie, per tre quarti di gara e, poi, passare il traguardo con meno di mezza moto di distacco. Signori, Gara1 del Round di Portimao del World SBK è stata una roba, come un tempo diceva qualcuno, da straccio di licenza. I nomi dei protagonisti non li abbiamo ancora fatti? Forse perché non serve: sono scontati. Ma ok, li facciamolo stesso: Toprak Razgatlioglu, che dopo l’uscita infelice di Phillip Island è tornato a dare gas a mani piene, e Nicolò Bulega, sempre più punto di riferimento per Ducati e sempre più convincente anche per tutti quelli che si ostinavano a sostenere che uno coì non avrebbe potuto mai giocarsela davvero col turco.

Se l’è giocata e bene pure. Anche se poi ha dovuto arrendersi per mezza moto. Perché l’italiano ha sfidato Toprak sul suo terreno, giocando con staccate al limite, cercando il corpo a corpo, marcandolo sulla ruota per qualche giro e attaccandolo in quei punti che hanno fatto del circuito di Portimao il regno di Toprak negli anni passati. Attacchi, risposte anche azzardatissime, rischi da matti veri e tempi costantemente su ritmi di qualifica, con almeno sette decimi ogni giro più veloci di tutti gli umani dietro. Roba che la regia ha dovuto dimenticarsi tutti gli altri, restando per l’intera durata della gara sul duello tra i due, senza neanche il tempo di mandare i onda abbastanza replay per ricostruire, ad esempio, la caduta di Alvaro Bautista, finito sulla ghiaia dopo un’uscita di Scott Redding che lo ha verosimilmente travolto. Fuori dai giochi anche Yari Montella, che pure era riuscito a mettersi in mostra sia ieri che questa mattina, così come Lowes, che ha distrutto la sua Bimota (mentre l'altra Bimota ha chiuso nona con Axel Bassani).
Tutti episodi, duelli compresi per i piazzamenti e mega rimonta di Andrea Iannone dalla sedicesima alla settima posizione compresi, che in altri tempi e in altre gare avrebbero fatto parlare, ma che oggi a Portimao sono rimasti a fare da contorno a uno spettacolo che ha avuto due soli protagonisti, senza nulla togliere al terzo di giornata, Andrea Locatelli con Yamaha, capace di tenersi dietro un Danilo Petrucci alle prese con un fastidioso problema al braccio. Oggi la Superbike è di due ragazzi e basta che se la giocheranno di brutto per una stagione intera, al di là di polemiche, provocazioni, dispetti politici tra marchi Tanto che ciò di cui ci sarebbe davvero da avere paura, a questo punto, è l’intervento di una qualche nuova regola che potrebbe sconvolgere ciò che invece è già perfetto così.

"Scattavo dalla pole - ha raccontato Toprak dopo la bandiera a scacchi - ma in partenza ho sbagliato qualcosa e mi sono ritrovato dietro, costretto a faticare per superare alcuni piloti prima di agganciare Nicolò, che invece era riuscito a fare una gran partenza. E' una vittoria importante, ma c'è già da rimettersi al lavoro per domani perchè non sarà facile qui". No, non sarà facile e Nicolò Bulega l'ha detto senza problemi che intenderà riprovarci, galvanizzato da una prestazione che non sarà valsa la vittoria, ma che vale tantissimo anche in chiave gerarchie nel box Ducati. Perchè è chiaro che adesso è lui il leader e è altrettanto chiaro che il titolo mondiale è decisamente alla portata.
