“Eh, come vuoi che stia? Come uno che si sta accorgendo che Valentino Rossi, come sempre, aveva ragione da matti!” Con Danilo Petrucci funziona così: ti prepari un paio di quelle domande banali che si fanno all’inizio, giusto per rompere il ghiaccio e vedere dove va a finire poi la conversazione, ma lui te le rende inutili già dopo l’immancabile e pure doveroso “ciao Danilo, come stai?” E la prima domanda vera, inevitabilmente, diventa subito un’altra.

Che c’entra ora Valentino Rossi? E su cosa aveva ragione?
Quando io ero un giovane pilota e lui aveva già qualche annetto sulla groppa, Vale diceva sempre che invecchiando devi lavorare il doppio. Ecco, io pensavo che lo dicesse così per dirlo e anzi ero convinto che andando avanti con gli anni e stando comunque ancora bene fisicamente un pilota, grazie alla maturità e all’esperienza, potesse rilassarsi un po’ di più. Prendere tutto un po’ più con calma e meno sudore. Poi sono diventato vecchietto anche io e ora mi rendo conto che, come diceva Vale, è l’esatto contrario: se non ti alleni il doppio e se non fatichi più di quanto faticavi da ragazzino gli altri ti passano sopra oltre che di qua e di là. Quindi sto andando a allenarmi pure oggi. Poi, ve be’, ci sono i soliti impegni, ma quelli fanno parte del gioco
E sembra un gioco che ti piace ancora tanto…
Ma certo che mi piace. E’ la mia vita e, appunto, lavoro il doppio per farla durare un po’ di più. Senza moto e senza corse ancora non mi ci immagino . E poi sai che ti dico? Io sono nel mondiale Superbike da tre stagioni, quindi sono poco più che un rookie dai. La verità è che la SBK è stata una scoperta bellissima
Chiunque ha in qualche modo frequentato il mondiale delle derivate di serie dice questa cosa e tutti i piloti la confermano. Ma allora perché si fa fatica a renderlo attrattivo come in passato per gli appassionati?
Non mi piacciono i paragoni, meno che mai con il passato. Di sicuro la SBK è un ambiente bellissimo, poi se è vero o no che non è abbastanza attrattivo e, se sì, perché non è abbastanza attrattivo non lo so. Di sicuro stanno pensando a dei cambiamenti, ma le ragioni possono essere tante e, su tutte, se c’è o no la reale intenzione di promuovere il tutto come si dovrebbe. Non voglio dire che Dorna ci ha abbandonati, perché non sarebbe una verità, ma è evidente che la spinta è quella che è. Ma vedremo in futuro, perché una cosa è vera: sicuramente oggi la SBK è più attrattiva di qualche anno fa se guardiamo nel breve periodo e non andiamo a scomodare gli anni d’oro delle derivate di serie.
Tu cosa faresti?
Non lo so, io faccio il pilota. Dei cambiamenti di cui si parla alcuni sono sicuramente molto condivisibili. Come, ad esempio, il tetto di costo massimo per le moto, il lasciare che le squadre siano tutte private e quindi senza team ufficiali, l’utilizzare moto realmente uguali a quelle di serie togliendo solo targa e specchietti. Però, ecco, penso che tutte queste cose potrebbero richiedere del tempo, prima per essere messe giù e poi per essere applicate. Magari, invece, ci sono piccole cose che si potrebbero fare sin da subito.
Tipo?
Guarda, te la butto là come fantasia di Danilo Petrucci, quindi senza voler fare la parte di chi ha strade da indicare. Però lo scorso anno abbiamo corso a Portimao al tramonto e è stato suggestivo da matti. Il CIV, invece, ha corso a Misano di notte e non ti dico che spettacolo è stato. Ecco, io sogno una Superbike diversa ogni domenica. Magari una volta si corre di notte. Un’altra volta al tramonto. Un’altra ancora si fanno tre Sprint invece di Superpole, Gara 1 e Gara 2. Un’altra ancora si potrebbe fare una gara che duri un’ora di fila, tipo endurance. Bello, no? Di sicuro la cosa da non fare è scimmiottare la MotoGP, perché le copie di qualcosa che esiste già avranno sempre e solo, appunto, la considerazione riservata a ciò che non è originale.
Venendo alla Superbike di adesso, cosa ti senti di dire dopo il primo round?
Che mi sono divertito e è stato un buon inizio. Peccato per il contatto con Toprak, altrimenti penso che avrei potuto lottare per un altro podio, ma in ogni caso ci siamo dai. Siamo lì: io ho fame, il team Barni sta facendo un gran lavoro e quindi potremo toglierci qualche soddisfazione.
Si punta al titolo?
Quello sempre. Nel senso che nessun pilota, nessuna squadra corre per accontentarsi. L’obiettivo è sempre quello grosso. Poi è chiaro che nessuno vuole raccontarsi favole o non si vuole vedere che in questo momento Nicolò Bulega e Toprak Razgatlioglu hanno qualcosa in più. Ma subito dietro di loro credo che Bautista, Iannone e io siamo lì. Ci sono tanti piloti e anche tante Ducati che vanno forte e sicuramente questo aiuterà lo spettacolo perché l’abbonamento in tasca per il podio non ce l’ha nessuno.
Quindi, a proposito di Toprak, tu non la definiresti una “Ducati cup”?
Voglio un gran bene a Toprak, è un pilota pazzesco e un ragazzo d’oro, ma no, non la definirei una Ducati Cup. E credo che lui se la giocherà ovunque. Phillip Island per Toprak è sempre stata una pista particolare e lì in Australia l’ho anche visto molto nervoso, ma penso che appena si tornerà in Europa rivedremo lui e la sua moto super competitivi.
Però confermi di averlo visto molto nervoso…
Siamo esseri umani, magari la volta che ti girano un po’ le palle ci sta per tutti, no?
Dopo il primo fine settimana della MotoGP, invece, quale è il commento di Danilo Petrucci?
Marc Marquez ha fatto un altro mestiere a Buriram e penso che questo sia sotto gli occhi di tutti. La cosa che mi ha impressionato è che in una gara che è massacrante per via delle temperature, in cui boccheggi a causa del caldo sottoponendo il corpo a uno sforzo pazzesco, lui sia andato a cercare il caldo dietro al fratello. Se poi aggiungiamo che quest’anno in particolare quasi tutti i piloti si sono pure ustionati e bruciacchiati qua e là per il calore che sviluppavano le moto, allora si ha la reale misura di cosa ha fatto Marquez. Vuol dire che anche fisicamente, se riesci a fare tutti quei giri attaccato in quel modo a un’altra moto, non senti niente di niente. E’ stato incredibile. Però riconoscere a Marc i meriti che ha avuto a Buriram non significa, come leggo in giro, che il mondiale è già finito. Dai, su: è appena cominciato e altre 21 gare sono tante davvero.

Provocazione: tu hai vinto con la Ducati in MotoGP, ti sei ingelosito quando hai visto che Dall’Igna ha baciato la moto di Marc Marquez?
Anche questa cosa fa veramente ridere. Dall’Igna bacia sempre le Ducati quando vincono e nelle due volte che ho vinto ha baciato anche la mia. E’ proprio un suo gesto da sempre e mi sorprende che sia stato fatto passare come qualcosa di riservato solo a Marquez. Gigi è un genio e una persona dal carattere molto particolare. Ecco, quando si pensa a Dall’Igna bisogna fare l’associazione con piloti come Valentino, come lo stesso Marquez, come Agostini o i più grandi di sempre. Ha una sua ferocia e un unico interesse: vincere. Far vincere le sue moto. Quindi non è che si è invaghito di Marc Marquez e adesso vede solo lui, semplicemente lo ha scelto come chiunque avrebbe scelto un otto volte campione del mondo che è ancora evidentemente più che competitivo. Non è stato un rinunciare a Martin, perché Dall’Igna non avrebbe mai rinunciato a Martin se avesse potuto. Evidentemente non ha potuto averli entrambi e alla fine è stata fatta una scelta.
A proposito di Martin, quello che gli è successo ha fatto tornare di moda i famosi discorsi sugli allenamenti dei piloti e sui rischi da prendere o non prendere quando non si è in gara…
Facciamo i piloti, non i pianisti o i farmacisti, quindi con cosa ci dobbiamo allenare? Un pianista si esercita e magari si ritrova con un problema ai tendini delle mani. Un farmacista prepara un composto e magari si ferisce con uno dei prodotti che maneggia. Un pilota va in moto e si fa male in moto. E la verità è che nel motociclismo di adesso gli allenamenti servono tutti: serve il cross, serve il motard, il flat, le ruote piccole. Paradossalmente ciò che serve di meno, soprattutto per i piloti della MotoGP, è andare in pista con le moto normali, perché è tutto troppo diverso. Io dico sempre che è come giocare a calcio con le scarpe da matrimonio. Martin ha avuto una gran sfiga. Punto. Non c’è altro da aggiungere se non che gli auguro di tornare in forma prima possibile e di essere nelle condizioni di farci divertire e divertirsi, oltre che togliersi soddisfazioni.
Pensi che potrà essere della partita quando tornerà?
Di sicuro aver perso i test e le prime gare della stagione lo metterà in una condizione di svantaggio, ma parliamo comunque di un campione del mondo della MotoGP.
Quindi il tuo favorito è Marc Marquez?
E’ Marc Marquez alla pari con Pecco Bagnaia. O davvero c’è chi pensa che Bagnaia sia già da scartare? Non scherziamo. A Buriram l’ho visto in difficoltà, laddove parliamo comunque di uno che ha fatto terzo sia nella Sprint che nella gara lunga, ma i fattori possono essere tanti e non ultimo, come ha detto lui stesso, l’aver portato avanti un certo tipo di lavoro nei test. Pecco è sempre stato uno capace di dare il meglio quando è sotto pressione, poi ci sta un attimo di scazzo o di lieve nervosismo a fine gara.
Tutto quello che si dice di sicuro non lo aiuta…
Non è che un pilota, soprattutto un campione come Pecco, sta dietro a quello che si dice. Però, di sicuro, se vai in sala stampa e ti fanno un certo tipo di domande, poi magari vai al bar e ti fanno un certo tipo di commenti, poi apri i social e leggi di tutto, poi esci la con gli amici e magari ti buttano là la battuta pensando di sdrammatizzare, per quanto hai la scorza per tenerti isolato da tutto, un po’ finisci col pensarci. Ecco perché, secondo me, i tifosi di Pecco e quelli che gli vogliono bene davvero dovrebbero proprio ignorare tanto chiacchiericcio e fargli sentire la loro spinta, quanto credono in lui e quanto siano convinti tutti che potrà essere campione del mondo. Perché Pecco è uno che può essere ancora campione del mondo.
Come outsider chi metti?
Che ho un debole per Marco Bezzecchi non l’ho mai nascosto. A Buriram l’ho visto bene la domenica, l’avevo visto bene nei test e ho l’impressione che l’Aprilia sia una gran moto quest’anno. Quindi metto Marco e metto comunque Martin perché è il campione del mondo. Terrei d’occhio tutti gli altri di Ducati, a cominciare da Alex Marquez, che sembra aver fatto uno step importante. E poi ti dico Pedro Acosta, perché il talento di quel ragazzo è innegabile, ma lì ci sarà da capire che succede con KTM
E’ una realtà che conosci…
La conosco, ma non la conosco dopo le ultime vicende. Non credo sia una bella situazione e mi dispiace, in particolare, per Enea Bastianini. Spero si risolva tutto, perché non merita di ritrovarsi dentro una storia che non poteva immaginare e che potrebbe rivelarsi frustrante.
Le giapponesi?
Stanno arrivando, ma penso che ci vorrà ancora un po’.
Sull’addio di Michelin dal 2027 che idea ti sei fatto, invece?
Hanno scritto che volevano un fornitore unico per tutte le categorie e per uniformarsi anche alla Formula 1, quindi penso sia quella la ragione. In ogni caso sono contento per Pirelli, alla fine è un po’ di Italia in più e dobbiamo essere orgogliosi.
A proposito di Formula 1, Hamilton in Ferrari?
Godo. Al di là dei risultati che farà, godo per l’interesse generato. Così come godo ogni volta che qualcosa che ha a che fare con i motori raggiunge un pubblico sempre più vasto. Io non so quanti soldi spendo in video pass per le varie realtà del motorsport. Quando non sono in moto a correre o a allenarmi, guardo le corse. Tutte. Qualcuno dice che è una malattia, ma è una gran bella malattia il motorsport.