Se c’è un termine che ha accomunato tutte le MotoGP dopo il primo fine settimana del 2025 in Thailandia, quel termine è “calore”. Perché le temperature del posto e quelle sviluppate dai missili terra terra dei vari costruttori hanno resto il debutto stagionale un inferno per tutti, con molti piloti che hanno chiuso la gara della domenica anche con qualche ustione sul corpo. Solo che nel paradosso di questo 2025, c’è un’altra parola che è contraria e che può essere associata a una delle moto del Motomondiale e quella parola è “gelo”. Sì, perché il vento che arriva dall’Austria quando si parla del futuro di KTM è oggettivamente gelido. E pure preoccupante.

I creditori, infatti, dopo l’approvazione del piano di ristrutturazione, sono tornati all’attacco con un imperativo categorico: lasciare il Motomondiale. Rispettare, quindi, l’impegno preso con Dorna per il 2025 e con un margine sul 2026, così da scongiurare il pagamento di pesanti penali, e poi iniziare a risparmiare quei circa 46 milioni di Euro l’anno che KTM spende per la MotoGP. Senza se e senza ma, come riporta Mike Botan su Adventure Rider. Per dirla con la stessa battuta di una delle gole profonde che ci ha tenuti informati sulle vicende di KTM in questi mesi, insomma, “sarà quasi impossibile vedere le gomme Pirelli sulla RC16”. Il fornitore italiano di pneumatici, infatti, prenderà il posto di Michelin dal 2027. Ma, stando a quanto dicono, sarà molto più probabile per quel tempo ritrovare la Suzuki in griglia (Ezpeleta sta facendo di tutto per riavere il marchio giapponese, più della stessa BMW che invece sarebbe interessata a entrare) piuttosto che una nuova KTM. Tra gli addetti ai lavori, quindi, sono veramente in pochissimi a credere che il marchio austriaco possa davvero riuscire a restare nel Motomondiale e, anzi, moltissimi sostengono che anche dopo l’approvazione del piano di ristrutturazione non ci saranno investimenti orientati al racing già da questa stagione. Si sopravviverà per come si potrà e con quello che si avrà, con riduzione di uomini e mezzi anche per le trasferte e la squadra stellite Tech3 che dovrà probabilmente ricorrere alle sole forze interne già in organico.

In KTM, però, smentiscono categoricamente e, anzi, rilanciano. Chi ci mette la faccia, come sempre, è il direttore del motorsport, Pit Beirer, che da un lato si mostra non preoccupato e dall’altro ammette che il futuro di KTM in MotoGP dipenderà dalla capacità del racing di autogestirsi. Da una parte quindi conferma le voci, dall’altra spiega di essere già al lavoro per poter assicurare ai creditori che restare in MotoGP non rappresenterà un costo, ma, anzi, una voce di incasso. “L'idea – dice - è quella di sgravare il produttore, sfruttando il crescente valore della MotoGP amplificato dall'interesse di Liberty Media e dalla futura acquisizione”. Beirer, però, non chiarisce se – e eventualmente come – si sta lavorando alla messa a punto del prototipo per il 2027, quando cambierà il regolamento della MotoGP e tutti i produttori dovranno presentarsi in pista con moto completamente nuove e, quindi, dopo aver sostenuto investimenti significativi in ricerca, sviluppo e tutto quello che può significare realizzare un prototipo partendo da zero.
E’ chiaro che, al di là di proclami e rassicurazioni, e anche al di là di ipotesi al momento senza alcuna concretezza (BMW che rileva la squadra corse di KTM o addirittura Lewis Hamilton pronto a coprire tutti i costi) l’aria che si respira per Pedro Acosta, Brad Binder, Enea Bastianini e Maverick Vinales non è delle migliori. Soprattutto dopo la partenza deludente della Thialandia, visto che dalle RC16 ci si aspettava molto di più e che l’uomo di riferimento anche a livello mediatico, Pedro Acosta, è tornato a casa con zero punti dopo la gara lunga e tanto nervosismo che fa vacillare la fedeltà giurata appena poche settimane fa al marchio con cui ha già vinto due titoli mondiali.
