La MotoGP è cominciata, il piano di ristrutturazione è approvato, i conti sono chiari con seicento milioni di euro da trovare entro fine maggio e, adesso, la nuova era di KTM può ufficialmente aprirsi. Con tutte le ovvie paure, tutti i dubbi del caso, tutte le cautele, ma senza Stefan Pierer. Come già noto a chi ha seguito da vicino tutte le ultime vicende di KTM, infatti, l’ex CEO del marchio austriaco ha compiuto l’ultimo dei passi che gli era stato chiesto di fare: dimettersi definitivamente. E mettere fine a una storia che andava avanti da 33 anni e che, al di là dell’epilogo, è stata anche grandiosa per quasi tre decenni. Pierer aveva lasciato l’incarico di CEO già diverse settimane fa, su richiesta degli azionisti e anche del Governo Austriaco che, quasi per tenere calma l’opinione pubblica, ha da subito individuato nell’imprenditore la causa di tutti i mali. Ora che il piano di ristrutturazione è però definitivamente approvato, per Pierer è arrivato il tempo di chiudersi definitivamente alle spalle le porte di uffici che sono stati suoi per tre decenni. Troppo scomodo il suo nome per esserci ancora, anche se da KTM fanno sapere che una collaborazione resterà comunque. E’ il segnale, di fatto, che la fase di transizione è finita.

“Auguro tutto il meglio a Gottfried Neumeister – ha scritto Pierer nelle pochissime e freddissime righe con cui si è congedato - Con lui ho trovato il successore perfetto e sono convinto che guiderà l'azienda verso un futuro di successo”. "È un onore e una grande responsabilità continuare la storia di KTM – ha subito replicato il CEO Neumeister - Apprezzo la fiducia di Stefan Pierer e lavorerò per sviluppare ulteriormente la sua eredità".

Solo che il lavoro da fare sarà tanto davvero, perché la situazione è quella che è e serviranno scelte molto dolorose anche per quanto riguarda il racing. La prima, ad esempio, è stata quella di chiudere i rubinetti che alimentavano il Campionato Mondiale di Hard Enduro. Risultato? La federazione organizzatrice ha preso atto che senza KTM sarebbero mancati i soldi per organizzare qualcosa di decente e ha preso la più drastica delle decisioni: campionato annullato per il 2025. Si salveranno solo l' Erzberg Rodeo, il Red Bull Romaniacs e il Tennessee Knockout, che continueranno a svolgersi come eventi singoli.
Non è un bel segnale. E inevitabilmente il pensiero va anche alla MotoGP e a come si intenderanno portare avanti costi che sono neanche minimamente paragonabili a quelli della semplice, per quanto significativa, sponsorizzazione del mondiale di Hard Enduro. La RC16, come ha dimostrato il primo week end di gara in Thailandia e soprattutto come ha sottolineato anche con toni forti Pedro Acosta, ha bisogno di essere migliorata per poter essere competitiva, ma un prototipo per la MotoGP non si migliora se i soldi non ci sono. Così come non sarà semplice portare avanti la Red Bull Rookies Cup e, ancora di più, essere protagonisti nella nuova era della Moto3, con KTM che non ha nascosto di voler essere il marchio che fornirà i nuovi motori. Ma come? Con quali fondi se, almeno in questi primi mesi, ogni singolo euro sarà accantonato per mettere insieme i seicento milioni che servono per rispettare la prima scadenza fissata dal piano di ristrutturazione?