Quando, ormai mesi fa, abbiamo lasciato intendere che per KTM sarebbe stato difficile mantenere tutte le promesse c’è chi ci ha dato dei disfattisti. Avevamo riferito, all’epoca, di un incontro in Austria in cui, con la scusa dello shooting fotografico, i vertici del racing della casa austriaca avrebbe comunicato ai piloti che non ci sarebbe stato materiale per tutti e che qualcuno sarebbe stato inevitabilmente lasciato indietro. Anzi, non proprio “qualcuno”, ma probabilmente tutti tranne Pedro Acosta, almeno in questa primissima fase che ha preceduto l'approvazione del piano di ristrutturazione (con qualchesoldo che adesso dovebbe arrivare anche nelle casse del reparto racing).
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In via ufficiale, però, s’era sempre sostenuto il contrario, raccontando il proposito delle quattro moto identiche e aggiungendo solo che eventuali differenziazioni ci sarebbero state a stagione in corso, ma solo per la rara ipotesi che si riuscissero a produrre pezzi per una solo moto. In quel caso, che lo stesso Pit Beirer aveva definito “quasi improbabile”, la scelta sarebbe ricaduta sul pilota più avanti in classifica generale.
Solo che il mondiale è cominciato ufficialmente oggi, i punti sono zero per tutti e le RC-16 non sono affatto uguali. E non serve un esperto per vederlo. Perché basta puntare gli occhi sulla coda delle quattro KTM per accorgersi che due, quelle di Pedro Acosta e Brad Binder, hanno la così detta salad box, mentre le altre due, quelle di Maverick Vinale e Enea Bastianini, hanno ancora il tradizionale codone. Tutto qua? Probabilmente no, visto che potrebbe esserci molto altro che però rimane nascosto agli occhi. E, oggi in sala stampa, è emerso un fatto quasi imbarazzante e che la dice lunga su quella che è nella realtà la situazione in casa KTM: Enea Bastianini non ha ancora avuto la sella chiesta a Barcellona. Parliamo di qualcosa, la sella, che generalmente viene preparata appositamente ancora prima del primo vero giro su una moto nuova, visto che è noto che molti piloti, sapendo la squadra in cui si trasferiranno l’anno successivo, lavorano insieme alle nuove squadre sull’ergonomia già prima della scadenza dei contratti.
L’italiano non si lamenta e continua a metterci la faccia in un inizio che sembra decisamente difficile. E, anzi, sembra assumersi tutte le responsabilità. “La verità è che in una scala da zero a dieci ho feeling uno – ha detto al giornalista spagnolo Manuel Pecino nella sala stampa di Buriram – ma da una situazione così si può solo risalire, dobbiamo lavorare e basta”. Approccio aziendalista, quindi, per l’ex Ducati a cui, però, sfugge subito dopo la confidenza: “Per me sarebbe importante avere una sella più piccola, perché questa è troppo grande e faccio tanta fatica a posizionare bene le gambe e i piedi, ma per ora questo pezzo non è arrivato e penso che ci sarà da aspettare”.