Marc Marquez fa un altro mestiere: costantemente sottol’1,30 e anche con gomme usate in configurazione da gara lunga. Però la gioia di chiudere davanti a tutti le prime prequalifiche del 2025 gliel’ha negata suo fratello Alex. L’altro Marquez, quello che la Ducati azzurra del Team Gresini. Dopo aver fatto vedere cose da “ambizioni mondiali” nei test di Sepang e di Buriram, il più piccolo del fratelli di Cervera ha trovato il time attack perfetto in questo venerdì in cui non sono mancate le sorprese. La più grossa? Pecco Bagnaia fuori dai dieci, costretto a passare dalla Q1, dopo un turno in cui non è mai sembrato il solito Pecco e finito con una incomprensione con Franco Morbidelli (poi penalizzato di 3 posizioni in griglia), che lo ha rallentato all’ultimo tentativo. Poco prima, invece, era stata la bandiera gialla dovuta a una caduta di Marco Bezzecchi a far annullare il crono che avrebbe probabilmente permesso al vicecampione del mondo di essere nei dieci. “Questa mattina con Pecco abbiamo dovuto sistemare alcune cose sulla moto – ha detto Davide Tardozzi ai microfoni di Sky – Non è il miglio inizio, ma non siamo preoccupati”.
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Poche parole per non stare a dare troppo peso a una situazione che però pesante lo è. Anche se è chiaro che è solo l’inizio e che domani Bagnaia potrà rimettere a posto le cose conquistando l’accesso alla Q2. Solo che se c’è una verità già detta da questa MotoGP 2025 è che ora gli avversari saranno di più. Perché è vero che Buriram non può essere già lo specchio di una stagione, visto che qui le squadre e i piloti avevano già i dati dei test e quindi hanno potuto lavorare senza partire da zero, ma è vero pure che basta scorrere la classifica del giorno per accorgersi che sì davanti ci sono due Ducati con i due Marquez, ma ci sono anche tutti gli altri. La terza piazza di giornata, infatti, l’ha occupata Pedro Acosta, capace di guidare sopra i limiti della sua KTM e di lasciarsi anche alle spalle un Marco Bezzecchi decisamente on fire con l’Aprilia. Il pilota italiano ha girato sempre su ritmi più che buoni e che lasciano sperare bene sia per la Sprint che per la gara lunga e al momento di tentare l’attacco al tempo s’è subito piazzato a ridosso dei primi, salvo poi dover desistere nel secondo tentativo a causa di una caduta. Dietro il Bez ha messo le sue ruote Franco Morbidelli, che sembra ritornato quello del 2020 ora che ha vestito i colori della squadra di Valentino Rossi, ma che, per effetto della penalità, partirà tre caselle indietro rispetto a quella che riuscirà effettivamente a conquistare.
Quindi tre Ducati, una KTM, una Aprilia e una nei primi cinque, ma allargandosi alla top 10 i marchi ci sono tutti. E è una bella notizia, al di là del tifo, per una MotoGP che l’anno scorso ha rischiato di trasformarsi in un monomarca. Al sesto posto, infatti, s’è piazzato Joan Mir con la Honda, mostrando poi in sala stampa un sorriso che non si vedeva da anni. “Non abbiamo una moto nuova, perché la verità è che tutto è evoluzione della nostra vecchia moto – ha spiegato – ma la verità è che sembra totalmente un’altra moto perché sono state trovate soluzioni che la rendono performante. Siamo sulla buona strada”. Sulla buona strada, probabilmente gasato anche dalla bellissima livrea Gulf della sua Aprilia RS-GP, è sembrato anche Raul Fernandez dopo l’incidente che lo ha messo fuorigioco a Sepang e lo ha costretto a test in modalità attenzione massima a Buriram. Il giovane spagnolo di Aprilia Trackhouse ha chiuso settimo, lasciandosi alle spalle la Yamaha di Fabio Quartararo. “Ci manca ancora qualcosina – ha ammesso il francese – ma già essere dove siamo è tanto. Sono contento perché stiamo lavorando bene, ma non voglio parlare ora di obiettivi e non voglio fare previsioni”.
Chi sicuramente non le aveva fatte, ma s’è ritrovato oltre le previsioni più ottimistiche è il rookie Ai Ogura, con l’altra Aprilia di Trackhouse, nono, mentre Johann Zarco ha chiuso in decima posizione con la Honda del Team di Lucio Cecchinello. Dietro al francese le KTM di Maverick Vinales e Brad Binder, che hanno preceduto Pecco Bagnaia. Solo quattordicesimo, ma perché condizionato da una caduta, invece, Jack Miller, che però ha sempre tenuto il ritmo dei primi in mattinata e è sembrato in questo venerdì di Buriram quello che domani in Q1 potrà impensierire Pecco Bagnaia per il passaggio in Q2. Chiudono la lista Fabio Di Giannantonio, non ancora al 100% a soli 17 giorni dall’intervento chirurgico e, come ha raccontato Uccio, alle prese con tantissimo dolore in frenata, seguito da Luca Marini con l’altra Honda ufficiale, Alex Rins, Miguel Oliveira, Enea Bastianini, Fermin Aldeguer, Somkiat Chantra e Lorenzo Savadori (che sostituisce il grande assente di questo inizio, Jorge Martin).
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