“Ho preso anche Valerio Lata, un pilota italiano della MX2. Mi sta appassionando molto”. Diego Tavano, 47 anni, è da anni manager di Fabio Di Giannantonio. Ha conosciuto le moto con lui, la sua storia sportiva prima e imprenditoriale poi viene dal calcio. Genuino, entusiasta. Non viene da una famiglia di piloti, non ha una collezione di vecchi due tempi in garage. Eppure un motivo c’è se il suo pilota è l’unico oltre a Pecco Bagnaia e Marc Marquez a correre con una Ducati GP25: Diego porta meccanismi e logiche del calcio nel paddock della MotoGP. E, nel frattempo, la MotoGP prende un posto sempre più grande nella sua vita. Con Diego Tavano abbiamo parlato di questo inizio di stagione, delle aspettative su Fabio Di Giannantonio che rientra da un infortunio e, inevitabilmente, di Edoardo Bove, di cui è manager.

Allora Diego, è iniziata la MotoGP 2025. E Fabio Di Giannantonio sembra pronto a tutto.
“Si ricomincia, finalmente. È stato un inverno particolare, Fabio ha sofferto molto la doppia operazione, l’ultima dopo la caduta in Malesia (alla fine del primo giorno di test, ndr). Sai, iniziare a fare sul serio è un’emozione. Lui ha fatto sacrifici, tante privazioni, zero vacanze: si è concentrato solo sul recupero, prima sulla spalla ora sulla clavicola. Non vuole deludere le persone che lo circondano ed è bello che sia così”.

Come è arrivato in Thailandia?
“Dal punto di vista fisico al settanta percento, l’operazione è veramente recente e in più ha lavorato poco sul set up della moto per renderla sua. Poi ha comunque una Ducati, che è la miglior moto e lui la conosce bene, oltre al fatto che si trova benissimo col team VR46, in cui stanno veramente facendo di tutto per lui”.
C’è continuità col team, una GP25 - che è quasi un’evoluzione della GP24… cosa ci dobbiamo aspettare da Fabio?
“Io preferisco restare un po’ in sordina. Ho visto tanti commenti, anche qualche intervista di qualche rivale… il fatto che si parli così poco di Fabio è uno stimolo importante per fare ancora meglio e poi va bene così, anche per scaramanzia. Lui è pronto, si sta dannando per farsi trovare pronto, non l’ho mai visto così concentrato. Il risultato non voglio dirlo, ma siamo carichi”.
Il resto della griglia? Come lo vedi?
“Guarda, sono entrato che non sapevo neanche da che parte girassero le ruote e ora tra un po’ divento ingegnere (ride, ndr). Che dire, sono 22 supereroi. Venendo dal calcio posso dire che fanno paura, hanno qualcosa in più. Sarà bellissimo, mi aspetto un mondiale molto equilibrato. Non ci sarà un unico protagonista ad ammazzare il campionato. Vedo ancora le Ducati davanti, ma darei un occhio anche a Yamaha che si è messa in casa un vincente come Paolo Campinoti. Tutto sarà possibile”.
Se fossi manager di un pilota KTM, diciamo Enea Bastianini o Pedro Acosta, che faresti?
“Starei tranquillo, so che non mi mancherebbe nulla. Comunque la KTM è una moto veloce, la casa è importante, risolveranno i loro problemi: nutro il massimo rispetto nei loro confronti. Più che altro dovranno essere forti dal punto di vista emotivo, non farsi distrarre”.
Dorna ha appena portato a termine un grosso rebranding per la MotoGP e si parla di un’acquisizione da parte di Liberty Media. Tu vieni dal calcio, lo sport più seguito in Europa: cosa dovrebbe cambiare la MotoGP per attrarre più pubblico?
“Lo dico sempre a chiunque: se vieni in circuito ti rendi conto del fatto che questo è lo show più bello del mondo. Ne sono convinto. Il discorso è riuscire a far venire lì le persone, perché chi lo vive da vicino poi non riesce più a farne a meno. Ogni ospite rimane esterrefatto, dietro alla MotoGP c’è qualcosa di grande: la serietà delle persone, l’adrenalina, i piloti… ecco, magari pensi siano soltanto dei matti, invece sono praticamente degli ingegneri, hanno uno spessore incredibile. Ragazzi di un’intelligenza spaventosa, il livello è molto alto. Carlos Ezpeleta ha tante buone idee e credo che l’avvento di Liberty Media potrebbe dare una spinta mediatica e di comunicazione di alto livello. Secondo me siamo sulla strada giusta, Fabio mi ha detto che già durante la presentazione in Thailandia ha visto la voglia di fare qualcosa di diverso. Io seguo la F1 con grande interesse, ma rispetto a quello che danno i nostri piloti in gara non c’è paragone”.
Prima hai parlato delle persone che si innamorano della MotoGP. Al Mugello hai portato Edoardo Bove, uno dei giocatori che gestisci. Più che di quel momento però, vorrei chiederti come hai vissuto quel momento così spaventoso e difficile, quando Edo ha avuto quel malore in campo.
“Edo è un altro dei miei ragazzi. E sì, quando ha visto la MotoGP non ci poteva credere. Cosa dire, dopo quello che è successo a Edo ho capito ancora meglio che i miei atleti sono parte di me. Quel giorno, quando è caduto… anche io sono caduto con lui. E voglio risollevarmi insieme a lui, vorrei che la mia energia per lui fosse importante a prescindere da quello che ci riserverà il futuro. Glielo devo per la fiducia che mi ha dato e per il sentimento che mi ha dedicato, lui è davvero speciale. Ed è raro, ma quando incontri un essere umano così devi farne tesoro a tutti i costi. Mi ha reso migliore, facendomi capire che la ricchezza non è il denaro. Andiamo avanti, poi non vedo l’ora di riportarlo nel paddock anche perché ha un rapporto molto forte con Fabio. Questa sarà una grande stagione, non vedo l’ora che inizi”.
Beh, sarà una grande stagione.
"Di più, vedrai. Sarà esagerata".

