Avrà passato un inverno difficile, cercando di capire se e quanto di vero ci fosse sulle tante ipotesi che circolavano circa lo sfascio totale del progetto MotoGP di KTM. Poi, dopo una visita in sede e un incontro con Pit Beirer, Pedro Acosta ha ottenuto tutte le rassicurazioni di cui aveva bisogno e ha ritrovato il sorriso e quel modo guascone lì che ha di prendersi un po’ gioco di tutto e tutti. Così anche l’ospitata in TV di qualche giorno fa tra battutacce e uscite da irriverente vero è stata solo l’antipasto del primo vero incontro ufficiale coi giornalisti del pilota spagnolo in questo 2025.
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Perché? Perché Pedro Acosta ha mantenuto lo stesso atteggiamento: quello di chi non ha paura proprio di nessuno. E è addirittura salito in cattedra mischiando storia e leggende per raccontare che no, non c’è niente di scontato nelle corse. E che Marc Marquez e la Ducati non gli fanno paura. “Anche Golia cadde contro Davide, giusto? E i Vichinghi conquistarono Roma e Parigi – è stata l’uscita da solito adorabile sbruffone di Acosta –Quindi dobbiamo darci tempo, perché ci stiamo avvicinando sempre di più e ci stiamo avvicinando costantemente. Se devo correre con i complessi di inferiorità allora non corro proprio. Alla fine, molte volte, quando sei così chiaro, quando dici quello che pensi, sembra che tu sia il pazzo della situazione, ma chiedete a Cristiano Ronaldo, che era il numero uno nel calcio. Io sono qui con la convinzione di far parte di un progetto che vale molto e penso che abbiamo anche una moto che vale molto. Alla fine siamo migliorati tanto, dobbiamo solo vedere dove siamo, giusto? Perché anche l'anno scorso avevamo iniziato molto bene e poi è stato difficile e è diventata una lotta in salita. Ma penso che abbiamo una seria possibilità di essere competitivi”.
E’ convinto, ci crede e, giustamente, non vuole fasciarsi la testa andando a guardare i fiori più belli nel giardino degli altri. Visto che non essere i favoriti di chiunque non significa aver già perso e che ogni giovane deve sentire il dovere, anche nello sport, di provare a guidare il così detto ricambio generazionale. E KTM, almeno in questa prima fase, riuscirà a aiutarlo, mantenendo la promessa di non aver trascinato il racing nelle difficoltà dovute alla grave crisi in cui è piombata. Anzi, i tecnici hanno lavorato e altrettanto hanno fatto quelli del test team. Con Pol Espargarò che ha pure ammesso che la nuova RC-16 ha alcune parti “ispirate” alla Ducati Desmosedici. “Se confrontiamo la KTM con la Ducati abbiamo riscontrato diversi punti deboli, se la confrontiamo con altre ne abbiamo riscontrati meno – ha spiegato i collaudatore spagnolo in una intervista a Mundo Deportivo - Una delle cose su cui ci siamo concentrati molto in passato è stata la velocità massima e l'anno scorso c'erano circuiti in cui eravamo addirittura davanti alla Ducati. Dal punto di vista aerodinamico abbiamo lavorato bene e abbiamo ottimizzato alcuni sistemi che adoperava già Ducati".
Solo che le due moto, la RC-16 e la Desmosedici, restano molto ma molto diverse. E chi ha dovuto accorgersene nei test invernali, suo malgrado, è Enea Bastianini. Il pilota italiano è arrivato a Buriram con l’aria di quello che non ha obiettivi in testa, ma solo tanta voglia di prendere le misure a una moto con cui non è riuscito a trovare il feeling che sperava. “Servirà tanta pazienza in generale – ha dettol’ex Ducati in sala stampa – per me sarà più un altro test che un gran premio, ho bisogno di fare chilometri, lavorare e capire. Ci saranno momenti duri per me in questo campionato, ma sono convinto che ce ne saranno anche di buoni. Sarà importante conservare la serenità. Di sicuro io sono pronto a tutto”.