Eravamo pronti a criticare la Sprint Race di Pecco Bagnaia a Brno, a puntare il dito contro la sua gestione del problema: il warning che gli si è acceso sul dashboard al quinto giro - mentre era secondo - e che l'ha costretto a rallentare e incollarsi agli scarichi di un'altra moto per riportare la pressione della gomma anteriore nei ranghi. Eravamo pronti a constatare come Marc Marquez, vittima del medesimo imprevisto, sia riuscito a portare a casa la vittoria. Pecco, che lo inseguiva ad un secondo di distanza, sulla bandiera a scacchi è sprofondato in settima posizione. Da qui sarebbe scaturita un'analisi sulla differenza della condotta di gara tra i due compagni di Borgo Panigale una volta venuti a conoscenza di una penalità che pendeva sulle loro spalle come una spada di Damocle e che loro - in pista - avevano ancora la possibilità di scongiurare.
Pecco ha rallentato nel rettilineo in discesa che collega le curve quattro e cinque, un punto in cui le moto transitano ad alta velocità e in cui farsi sfilare da chi segue costa di più rispetto a lasciarsi superare in una zona della pista già di per sé lenta. Il motivo? Se devi francollobollarti al posteriore del pilota che ti rincorreva (dopo aver chiuso il gas per fargli strada), meglio essere in un punto in cui puoi riaccelerare partendo dalla sua stessa velocità. Marc - avvantaggiato anche dal fatto di essere il leader della corsa - ha compiuto questa manovra nel tratto più tortuoso di Brno, perdendo solamente la posizione da Pedro Acosta e riagganciandosi prontamente alla sua ruota. Braccando in maniera reattiva il giovane connazionale, il calore generato dagli scarichi della KTM numero 37 ha rianimato la pressione della anteriore media di Marc che, una volta rientrato nei parametri per non incorrere in una penalità di sedici secondi, non ha avuto problemi a sbarazzarsi di Pedro per andare a vincere la corsa. Pecco invece, solo nel suo giro di rallentamento, di posizioni ne ha perse tre. Poi, inevitabilmente sfiduciato dai numeri che comparivano sul suo dashboard - valori della pressione del pneumatico anteriore che non volevano saperne di rientrare nella norma e che lo avrebbero condannato ad una penalità certa - Bagnaia si è visto inghiottire dalla frustrazione e dal gruppone della MotoGP, subendo anche l'attacco di Raul Fernandez alla staccata finale dell'ultimo giro.

Un'analisi che - ve l'avevamo preannunciato - ha poco senso di esistere. Una disamina il cui condizionale era d'obbligo, poiché tutti gli arrovellamenti relativi ai paragoni tra i rallentamenti di Marc e Pecco evaporano quando quest'ultimo parte per la sua trafila di interviste post Sprint Race. Bagnaia spiega che lui in realtà non avrebbe dovuto rallentare: la sua pressione - a differenza di quella del compagno di squadra - era corretta. I segnali, le spie, gli avvisi comparsi sul suo dashboard, invece, erano falsi, mistificatori. Un problema elettronico alla GP25 numero 63 (le cui avvisaglie si erano già presentate in griglia di partenza) ha innescato questa dinamica: la Ducati, impazzita, raccontava le bugie a Pecco. "Certe notifiche che mi sono arrivare durante la gara - svela ai microfoni di Sky - non erano corrette, questa cosa mi ha mandato in difficoltà. Quando sono arrivato ai box non capivo come mai non fossi sotto inchiesta, perché il dashboard mi diceva che con la pressione della gomma anteriore ero fuori scala, infatti ero convinto di ricevere una penalità. Così abbiamo guardato la telemetria e abbiamo visto che dal secondo giro in realtà ero a posto con la pressione, ma la moto diceva un'altra cosa. Peccato, ci ho rimesso molto, arrivare secondo oggi sarebbe stato un bel risultato".

Pensare che se solo la moto gli avesse detto la verità, Pecco Bagnaia oggi avrebbe molto probabilmente vinto. Sarebbe stato il coronamento inequivocabile di una giornata da leone, di quelle che sarebbero servite come endovena di fiducia, come appiglio per svoltare e ribaltare la stagione: pole al mattino dopo essere passato dal Q1 e aver scelto la strategia perfetta in Q2, successo nella Sprint che per Pecco era tradizionalmente una bestia nera. Invece il sabato pomeriggio continua ad essere stregato, ancor più di prima. E così, in generale, il 2025 di Bagnaia: appena sembra sul punto di smuoversi, di scrollarsi di dosso il fango, accade qualcosa che lo riporta sottoterra. Qualcuno suggerisce a Pecco di chiudere baracca e burattini e annegare nelle ferie le scorie di questa prima metà di stagione. Lui, di contro, è encomiabile: "Qui stiamo facendo dei progressi, l'elevato grip della pista fa sì che il posteriore spinga molto sull'avantreno, facendoci capire in parte come risolvere i problemi che ho in ingresso curva. E poi c'è ancora una gara da fare". Bagnaia ha ragione: c'è ancora domani. Un domani in cui, chi non perde la speranza e nel frattempo si danna per migliorarsi, dovrà essere ripagato.