Signori, chi ha scommesso una somma dignitosa sulla pole position di Pecco Bagnaia a Brno è appena passato dalla condizione di “matto totale” a quella di “ricco”. Sì, perché sul nuovo asfalto dell’iconico circuito della Repubblica Ceca è stato proprio Pecco Bagnaia a centrare il miglior tempo e piazzare la sua Desmosedici GP 2025 sulla prima casella della griglia e per la prima volta in questa folle stagione di MotoGP. E pensare che il vicecampione del mondo era sembrato, ieri, in crisi totale anche a causa di un erroraccio commesso dagli uomini del suo box. Anche il turno che ha preceduto le qualifiche questa mattina era sembrato disastroso, con continui rientri al box, aggiustamenti e cambi di setting. Tutti piccoli episodi che mai e poi mai avrebbero fatto pensare non solo che Bagnaia potesse fare la pole oggi, ma anche che sarebbe stato non facile, difficile davvero, riuscire a entrare in Q2. Invece un cambio sulle sospensioni ha messo l’italiano nella condizione di trovare sia la fiducia sia il giro che serviva per garantirsi un posto tra i primi dodici.

Il resto, invece, è cronaca recente, di appena qualche minuto fa. “Ieri sera avrei firmato anche per molto meno – ha detto Bagnaia al parco chiuso - C'è da dire che abbiamo avuto un piccolo vantaggio, visto che ho fatto la Q1: aver capito come sfruttare questa gomma. Dal time attack al passo gara, però, sono due modi di guidare diversi in questa pista: la gomma davanti viene mangiata davvero tanto. C'è stato un piccolo aiuto, ma il tempo in Q2 mi è piaciuto molto: sono riuscito ad uscire in un momento diverso, quando non c'era nessuno, ho sfruttato il primo run per entrare, fermarmi e vedere che gli altri andassero. Sono contento, riuscire a dare in difficoltà una pole al team è molto bello. Mi sono sentito bene, ma il passo gara non sono riuscito a provarlo più di tanto: ho provato una soft che non si riesce a mantenere costante. Vedremo per la gara".
La grande incognita, oggi, riguarderà quindi la scelta delle gomme. Con Pecco Bagnaia che avrà a fianco il solito Marc Marquez, oggi tradito da una distrazione e caduto durante l’ultimo time attack. “Mi sono distratto con Zarco e sono finito giù, comunque un secondo posto non è male” – ha detto l’otto volte campione del mondo. E’ consapevole, Marc Marquez, di avere un passo gara che Bagnaia e gli altri possono solo sognare, ma ha rischiato grosso. Sia per la caduta (il suo fisico è sempre a rischio), sia perché avrebbe potuto anche essere penalizzato. Il crash di Marquez, infatti, è arrivato subito dopo quello di Johann Zarco, sulla stessa curva e mentre i commissari stavano per esporre le bandiere gialle. C’è mancata, davvero, una frazione di secondo e per lui sarebbe arrivata una penalità. Dettagli del regolamento a parte, però, a far discutere è un sospetto: Marc Marquez, che predica sempre cautela e prudenza, riesce davvero, quando si ritrova nella condizione di avere qualcuno davanti, a non far prevalere l’istinto feroce che ha? Probabilmente no e è per questo che l’obiettivo dichiarato da Bagnaia e da tutti i diretti rivali di Marc non è tanto “batterlo”, ma arrivargli così vicino da poterci combattere. Sì, perché in Marc Marquez, quando non domina, scatta qualcosa che a volte si rivela più vantaggioso per i suoi avversari piuttosto che per lui.
Nella Sprint di oggi il 93, oltre a vincere, dovrà probabilmente provare a misurarsi proprio su questo aspetto, per evitare di essere il peggior rivale di se stesso, come spesso gli è capitato in una carriera in cui è sempre stato superiore, in termini di talento puro, a chiunque. Tutte riflessioni e sospetti che potranno essere confermati o smentiti già tra poche ore e consumati definitivamente nel giro di un fine settimana. Intanto quali altre sentenze ha emesso questo sabato mattina a Brno? La prima è che Fabio Quartararo è uno specialista del giro matto, visto che il francese (fino a ora l’unico a aver soffiato qualche pole a Marc Marquez) ha piazzato la sua Yamaha M1 sulla terza casella della griglia. Marco Bezzecchi, invece, apre la seconda fila con la sua Aprilia, nonostante una caduta nel finale del turno che non lo ha messo nelle condizioni di tentare un secondo attacco al tempo.
Dodicesimo, ma senza drammi, invece, il suo compagno di squadra, Jorge Martìn, che già ieri – dopo lo straordinario quinto posto con cui ha chiuso il venerdì - aveva detto: “Domani con l’asciutto sarà più dura fisicamente per me”. E’ così che è andata, ma c’è da prendere atto che già l’aver centrato la Q2 al rientro senza passare dalla Q1 è un risultato grandioso per Jorge Martìn e la sua Aprilia con l’1 sul cupolino. Risultato che vale una pole anche per Joan Mir, quinto con la Honda, seguito da un sorprendente Raul Fernandez che chiude la seconda fila con l’Aprilia di Trackhouse.
