A riguardarsi l’ospitata di Uccio nello studio di Sky a Brno verrebbe quasi da dire che il vero sogno di Alessio Salucci, Uccio, per la Ducati Desmosedici del Team Pertamina Enduro VR46 non è Pedro Acosta, come si vociferava, ma Fabio Quartararo. “Mamma mia che pilota – ha detto – è bellissimo da vedere e riesce a fare sempre qualcosa in più. Fabio è veramente straordinario”. Ma Quartararo, ovviamente, non è un pilota sul mercato, visto che ha un contratto di ancora un anno con Yamaha e anche se mai dovesse liberarsi dal suo matrimonio con quelli di Iwata sarebbe impensabile vederlo su una moto satellite. Lo sa Uccio, lo sanno gli appassionati e, forse, l’unico che non lo sa fino in fondo è proprio Fabio Quartararo, che magari, se la Yamaha non dovesse garantirgli la competitività che pretende, un pensiero matto (alla Marc Marquez con Gresini) potrebbe pure farlo per il 2027.

Suggestioni, sia inteso, semplice ragionamenti su un mercato piloti che prometteva fuochi d’artificio e colpi di scena, ma che, invece, potrebbe consumarsi con pochi spostamenti e tutt’altro che clamorosi. L’ultima indicazione sul fatto che andrà esattamente così è arrivata proprio da Uccio che, senza troppi misteri, ha spiegato quale è la situazione con Pedro Acosta. “Non sto a dire che non abbiamo parlato – ha raccontato – un contatto c’è stato e negarlo sarebbe sbagliato. Però, ecco, è stato poco più di un caffè: sì, diciamo che con Pedro abbiamo preso un caffè. Ma è finita lì”. Un modo per ufficializzare ciò che già si sapeva da un po’: Pedro Acosta nel 2026 non sarà un pilota del Team di Valentino Rossi. Perché non s’è trovato l’accordo? Assolutamente no. Ma, più semplicemente, perché con Bajaj che ha dato l’ok a KTM per portare avanti gli investimenti nel racing, il marchio austriaco mai e poi mai avrebbe lasciato andare via il suo pilota più ambito e di maggiore talento. Se ne riparlerà l’anno prossimo?

Uccio è da troppo tempo nelle corse per chiudere definitivamente le porte o affermare che non succederà, ma è da troppo tempo nelle corse pure per non essere realista fino in fondo. “Un conto – ha detto – era la situazione di questa stagione e un altro conto è quello che sarà. A fine 2026 scadrà la stragrande maggioranza dei contratti e quindi non penso che se uno come Pedro Acosta vorrà cambiare sella possa finire sulla moto di una squadra non ufficiale. Uno così lo vedo su un team factory”. Concretezza e pochi giri di parole per un Uccio a cui i mille altri temi che possono stare nella testa di un team manager stanno sicuramente più a cuore del tema mercato. Perché la VR46, tutto sommato, sta già bene come sta. “Digia cresce ogni giorno – ha aggiunto – Morbidelli? Con Franco e chi si occupa delle sue questioni cominceremo a parlare in settimana per stare con insieme anche l’anno prossimo, Franco è cresciuto con noi, ci troviamo bene con lui e è comunque in top five in classifica generale”. Un modo per dire che il 21 verde sarà ancora sul cupolino della Desmosedici gialla, a meno di clamorosi (e del tutto improbabili) colpi di scena.
Colpi di scena che, secondo Uccio, non ci saranno neanche nel box del Team Lenovo Ducati, con il team manager di VR46 che conosce benissimo – e da una vita – Pecco Bagnaia. “Deve solo stare tranquillo e lavorare, il talento di Pecco non si discute” – ha detto Uccio, spiegando che l’errore fatto dalla squadra di Bagnaia nel venerdì di Brno è lo stesso che hanno fatto nel suo box con Fabio Di Giannantonio. Il resto? L’amicizia con Vale, i ricordi indimenticabili da Brno, quella volta che Angel Nieto, dopo una secchiata d’acqua, ha rincorso lui e Vale in scooter per tutto il paddock e il solito punto fermo di tutta una vita: l’amicizia viene prima di tutto. Da cosa si capisce? Da quello che Uccio ha detto su Bezzecchi: “Ci manca tanto, ma il suo futuro era un altro e siamo contentissimi di quello che sta facendo con Aprilia”.