Sono (quasi) tutti contenti di essere tornati a Brno. Il nuovo asfalto è un tavolo da biliardo, il che rende i cambi di direzione ampi e scoscesi dell'Automotodrom ceco ancora più godibili. L'unico piccolo difetto si presenta quando piove: gli interstizi del nuovo bitume sono otturati dal grasso ancora fresco, che genera un processo di asciugatura della pista più lungo del normale. Niente di grave per la verità, perché da domattina dovremmo avere a che fare con qualifiche e gare completamente asciutte e perchè oggi - un venerdì in cui sia il turno del mattino che quello pomeridiano sono scattati in condizioni full wet - il divertimento e la sicurezza non sono mancati. Sul finale delle FP1 la traiettoria ideale è diventata asciutta e Marc Marquez, passandoci sopra con gomme slick, ha sfiorato il record della pista che risaliva alla sua stessa pole position del 2016, 1'54"596. Le Prequalifiche, decisive per entrare direttamente in Q2 e precedute da un violento acquazzone che ne ha ritardato il semaforo verde di 20 minuti, si sono concluse con cielo azzurro, sole cocente e un time attack in condizioni di bagnato scarso. Nel finale alcuni hanno ottenuti il miglior tempo con la soft wet, altri hanno optato per la media meno scanalata, ma la sostanza non cambia: davanti a tutti, in 2'03"935, c'è sempre Marc Marquez. Con quasi mezzo secondo di vantaggio su uno Joahnn Zarco che in queste condizioni, con questa Honda, sta diventando una certezza.
Ha fatto un altro mestiere per l'ennesima volta Marc. Pensare che la pista non rientra tra le sue preferite (qui si interruppe la sua incredibile striscia di vittorie consecutive nel 2014) e che nel turno mattutino era rimasto inchiodato ai box venti minuti per un problema tecnico sulla sua prima moto. Dopo essersi assicurato quel tempo stratosferico a dieci minuti dalla bandiera a scacchi delle Prequalifiche con la soft wet al posteriore, si è anche tolto il dubbio della media, con cui ha completato lo stint finale senza riuscire a migliorarsi. Dietro di lui e dietro a Zarco, è successo di tutto: abbiamo grandi nomi che rientrano in top ten e big che invece sono rimasti esclusi. C'è Fabio Quartararo terzo a mezzo secondo che, come ha fatto il suo collega connazionale con la Honda, ha onorato alla grandissima la causa Yamaha. Poi c'è l'Aprilia ufficiale, con Massimo Rivola che finalmente può sorridere da orecchio a orecchio vedendo il suo dream team schierato e in condizione di esprimere il massimo potenziale. Stiamo parlando Marco Bezzecchi e Jorge Martín: doppia punta, coppia d'assi, quarto e quinto al termine della prima vera giornata in cui hanno potuto lavorare al 100% da compagni di suqadra. Il Bez ha scavalcato con leggiadria ostacoli e fastidi generati da due scivolate, la prima innocua al mattino, la seconda più preoccupante: un pericoloso highside nel cambio di direzione allagato tra la tre e la quattro che fortunatamente non ha prodotto conseguenze. Il campione del mondo in carica, invece, ha approcciato il suo rientro con piglio e sensazioni positive sin dai primi giri delle FP1 in condizioni miste. Il fatto che sia tornato ad un livello di condizione psicofisica alto lo si è capito quando nelle Prequalifiche Martín ha copiato senza difficoltà le traiettorie di un Marc Marquez che in quel momento stava infilando una successione di caschi rossi.
L'altro grande nome che ritorna in Q2 - dopo uno stop forzato per gastroenterite - è quello di Enea Bastianini, primo delle KTM e a meno di un secondo dalla vetta. Il virus ha visibilmente prosciugato il fisico della Bestia ma non la sua voglia di divertirsi in moto e di risolvere i problemi con la RC16 per riscattare un'avventura (che probabilmente proseguirà anche nel 2026) fin qui complicatissima. La riscossa è partita col piede giusto in Repubblica Ceca, dove è preceduto dagli ottimi Jack Miller e Joan Mir (sesto e settimo). Davanti ad Pedro Acosta, che chiude la top ten, c'è un altro piccolo miracolo di giornata: Alex Marquez. Scivolato in curva sette a sei minuti dalla bandiera a scacchi, è riuscito a raccattare subito un passaggio in scooter per il paddock, a scattare come un disperato nel viottolo che conduce al box Gresini, dove è montato sulla seconda moto quando i minuti dalla fine dei giochi erano solo tre: una sola cartuccia da sparare, obiettivo centrato, applausi.

Chi invece è tornato dai suoi meccanici coi nervi a fior di pelle è Pecco Bagnaia, mai così nervoso davanti alle telecamere quest'anno. Firmatario del tredicesimo tempo a un secondo e mezzo dal compagno di squadra, il 63 è andato a passo svelto verso la sedia del suo angolino di box, dove stizzito ha scagliato i guanti contro la parete, prima di rinchiudersi nel camion Ducati retrostante. Anche il suo capotecnico Cristian Gabarrini, di norma serafico, si è lasciato andare ad un gesto di nervosismo. Il loro venerdì, paradossalmente, era cominciato bene: al mattino, sul "bagnasciuga" Pecco era terzo e in miglioramento secondo Davide Tardozzi. Nella prima mezz'ora delle Prequalifiche, con tanta acqua in pista, non aveva fatto vedere cose malvagie. La prestazione si è deteriorata al momento del time attack, dove Pecco forse avrebbe avuto bisogno di una media wet al posteriore per incidere su un cronometro che con la soft usata l'ha visto plafonato sempre sugli stessi tempi e palesemente in difficoltà in trazione: negli ultimi minuti la KTM test team di Pol Espargaró, in uscita di curva, ne aveva decisamente di più.
Sull'asciutto, nel Q1, Pecco sarà chiamato ad un riscatto insieme a Fabio Di Giannantonio - sedicesimo e mai a suo agio quest'oggi - e all'amico Luca Marini, addirittura ultimo dopo le grandi cose fatte vedere in Germania. A contendersi due posti ambitissimi, domattina, ci saranno anche Raul Fernandez, Fermín Aldeguer, Alex Rins, Brad Binder, Pol Espargaró, Augusto Fernandez, Miguel Oliveira , Ai Ogura e Taka Nakagami. Sarà combattutissima.
