Jorge Martìn resterà in Aprilia e Pedro Acosta non si muoverà da KTM e, se anche dovesse muoversi, non è certo sopra una Honda che sceglierebbe di salire: in HRC, come abbiamo già raccontato, le ipotesi di futuro si limitano a una scommessa su Diogo Moreira e l’impressione è che ormai tutti si siano rassegnati a aspettare il 2027. Lavorando sodo, sviluppando il nuovo prototipo, investendo molto, ma con la consapevolezza che per rivedere la Honda sul tetto del mondo ci sarà solo da aspettare. E che nessun top rider, fino a quando non saranno evidenti i segnali di rinascita, vorrà rischiare di esporsi a brutte figure ogni fine settimana di gara. Non lo dice esplicitamente, ma è quello che ha lasciato intendere Alberto Puig, team manager eternamente in bilico, ma sempre pronto a metterci la faccia per HRC tutta. A Suzuka, durante la prossima 8 Ore, si terrà una riunione con tutti i capi di Honda e c’è chi mormora che da lì uscirà una sentenza definitiva di addio per Puig che, però, intanto continua a fare il suo e a pianificare il futuro.

Lo ha detto anche a SpeedWeek, in una lunga intervista che non suona di resa, ma di “vigile attesa”. “E’ solo questione di tempo per ritrovare la strada – dice Puig – Negli anni precedenti eravamo un po’ persi, ma adesso sappiamo dove stiamo andando e di cosa c’è bisogno”. Il problema, però, è che la prima cosa di cui c’è bisogno è il tempo e nelle corse non ne ha mai nessuno. Soprattutto quando ci si chiama Honda e si ha una storia di vittorie e dominio. “Stiamo gradualmente iniziando a capire come risolvere i problemi della moto – ha aggiunto l’ex pilota e oggi manager - È importante conoscere i punti deboli così poi si tratta solo di trovare soluzioni. Ma questo richiede più tempo. Le concessioni sono di grande aiuto: testiamo continuamente con il nostro gruppo di collaudatori. Seguiamo il tipico sistema giapponese: non sviluppiamo in maniera particolarmente rapida, ma sviluppiamo. Quando Honda si pone un obiettivo, di solito lo raggiunge".

E l’obiettivo, ormai è chiaro a tutti, è essere lì a giocarsela nel 2027, anche se questo significherà attraversare, nel 2026, un’altra stagione di sofferenze. “Ognuno – aggiunge Puig – svilupperà la propria moto con un nuovo motore per il 2027. Penso che chi saprà adattarsi meglio ai nuovi pneumatici sarà avvantaggiato, ma non sarà facile per nessuno. È una grande sfida per Honda. Il nostro obiettivo è essere al top nella nuova era". E intanto? Non si smetterà di lavorare e di provare a migliorare, ma non si rivoluzionerà il metodo (come invece ha fatto Yamaha) per provare a tornare competitivi da subito, correndo però il rischio di perdere di nuovo la bussola.
Ecco perché anche sul mercato, dopo averci provato con Acosta e Martìn, Honda potrebbe lasciare come stanno le cose nella sua squadra ufficiale, magari puntando sul futuro con Moreira a farsi le ossa in LCR. Joan Mir, come è noto, ha ancora un anno di contratto, mentre per Luca Marini sono già avviate le trattative per prolungare di almeno un anno e arrivare così a quel 2027 su cui Honda sembra aver fatto All In. “Non stiamo lavorando solo in Giappone – ha concluso Puig – Ci stiamo dando tanto da fare anche in Europa, dove sarà costruito un nuovo centro di sviluppo che si concentrerà molto sull’aerodinamica (con gli uomini della RedBull dalla Formula1, ndr)”.
