Un'altra mail anonima, un altro scandalo nel paddock di Formula 1. Dopo l'inizio di stagione in Bahrain in cui una mail inviata a più di cento personalità del mondo della Formula 1 aveva sconvolto le dinamiche del primo weekend di gara dell'anno, con il caso Horner e gli screen delle presunte conversazioni personali con una dopendente, lo scorso 10 giugno un'altra mail è stata spedita a molti personaggi del paddock, tra giornalisti, membri dei team e personalità influenti. Questa volta il protagonista in questione è Lewis Hamilton: nella mail infatti l'anonimo scrittore si firmava come un membro del team Mercedes in possesso delle prove di un presunto sabotaggio da parte della squadra ai danni del sette volte campione del mondo inglese.
Una calunnia, hanno commentato a gran voce gli uomini Mercedes, e un brutto segnale per tutto il paddock: basta - a questo punto - essere in possesso di un gran numero di email dell'ambiente (divulgate con la diffusione della prima mail su Horner) per spedire in modo anonimo informazioni, calunnie e menzogne su chiunque dell'ambiente. Accusare la squadra di Hamilton di sabotaggio non fa che alimentare la complessità della situazione Mercedes-Lewis, andando verso il termine di un rapporto decennale che ha portato il pilota inglese a grandi risultati in carriera. Inoltre questa mail butta fango sulla serietà della squadra, accusando Toto Wolff e i suoi uomini di un comportamento del tutto antisportivo. Proprio per questo il team principal della squadra non è rimasto in silenzio e, al contrario, ha commentato duramente il contenuto della mail: "Lewis è il pilota più iconico della Formula1 e fa parte della famiglia Mercedes e finché ne farà parte, sarà un amico. Tutte queste teorie del complotto sono partorite da qualcuno che non ha tutte le rotelle a posto - ha detto Toto ai microfoni di Sky Sport Italia - Ho zero rispetto per le persone che si nascondono dietro a un computer o dietro anonimi account di Instagram. Se qualcuno ha delle critiche costruttive, le porti avanti e noi le esamineremo. Ma, come ha detto Frederic Vasseur, come si può pensare che qualcuno in un team possa andare contro la propria macchina?".
La squadra però non si è limitata a smentire la notizia, ma è stata avviata una procedura legale e la Mercedes si è rivolta alla polizia per chiarire la questione: "È sconvolgente, soprattutto quando qualcuno parla di morte e di tutte queste cose. Ci stiamo occupando di questo particolare caso e la polizia sta indagando in merito. Stiamo facendo ricerche sull'indirizzo IP. Stiamo facendo ricerche sul telefono, tutto questo perché l'odio online in questo modo deve finire. Le persone non possono nascondersi dietro i loro telefoni o i loro computer e insultare i team o i piloti in questo modo. Non so cosa pensino alcuni dei teorici della cospirazione e dei pazzi là fuori".