Oggi Marc Marquez corre con una formica sul casco e il 93 come numero di gara. Entrambe cose che si porta dietro da quando era bambino, perfettamente riassunte in un video di pochi secondi recuperato dagli spagnoli di DAZN. Marc commenta le immagini dicendo di non ricordarsi nemmeno di aver corso così, che era troppo piccolo. Gli altri però se lo ricordano bene. Julià, suo padre, gli aveva fatto mettere il numero 8 sulla moto per dire a tutti che quella era l’età del figlio, che all’epoca gareggiava contro piloti più grandi di almeno un paio d’anni nel Promovelocidad, il campionato catalano da cui è passato (vincendo) anche Fabio Quartararo. Vedi Marquez salire sulla moto e pensi che sia uno scherzo, che rischia di farsi male e che qualcuno dovrebbe fermarlo. Invece il Marc di 8 anni ride quando sente i motori che si scaldano, va subito forte, si guadagna il soprannome di formica atomica. Far girare la moto a quell’età, con quel fisico, sembra impossibile. Nel video appare anche Aleix Espargarò, tuta da pilota e occhiali da vista. Sta attento alla gara del fratello Pol e guarda a Marc Marquez come si guarda un alieno.
Sono passati vent’anni e sono tutti e tre (quattro, contando anche Alex Marquez) in MotoGP, ma la sensazione è sempre la stessa: Marc Marquez è diverso dagli altri. Rischia di più da quando è un bambino e ha così tanta fame da dimenticarsi di quando ha cominciato a correre. Non pensa ai successi, alla strada che ha fatto. Pensa alla prossima domenica, al prossimo podio. Pensa, nonostante tutto, al prossimo titolo mondiale.