Ve lo immaginate Enea Bastianini in Aprilia? La stessa su cui hanno vinto Rossi, Biaggi, Capirossi, Reggiani. L’Aprilia delle corse che ha fatto il bello e il cattivo tempo nel motomondiale delle piccole cilindrate, quando Ducati non era ancora in MotoGP e i motori urlavano sputacchiando miscela. Oggi l’Aprilia è veloce e competitiva, anche se le manca ancora qualcosa perché venga presa d’assalto da piloti e team satellite. Qualcosa come un altro anno di sviluppo e il pilota giusto a guidarla.
Massimo Rivola, dopo la vittoria in Argentina con Aleix Espargarò, ha raccontato di non avere intenzione di sostituire i suoi piloti per i prossimi vent’anni, tuttavia se c’è uno in grado di fargli cambiare idea quello è Carlo Pernat. Il manager genovese ha cominciato la sua carriera nel corse con Aprilia ai tempi di Ivano Beggio e ha portato a Noale buona parte dei piloti sopracitati vincendo moltissimo.
A questo si aggiunge che Pernat ha specificato più volte che molto difficilmente il suo assistito andrà in Honda perché “la bestia ha bisogno di una squadra italiana per fare bene”. Il che potrebbe voler dire Ducati, ma anche Aprilia. Il primo obiettivo, chiaramente, è quello di firmare con Borgo Panigale, d'altronde se dovessimo guardare soltanto ai risultati di questo 2022 Enea sarebbe il pilota giusto: è meno esplosivo di Jorge Martín ma ha vinto di più, è un pilota italiano, piace alla gente. I contratti però a volte vanno più in fretta delle moto, al punto che Jorge Lorenzo è convinto che Martín abbia già firmato con Ducati.
Non esattamente una boutade, perché il manager di Martín è lo stesso Albert Valera che ha curato gli interessi del maiorchino per buona parte della sua carriera e con cui è ancora in ottimi rapporti. Ecco, se Ducati avesse già chiuso i contratti Bastianini potrebbe davvero puntare ad Aprilia piuttosto che rischiare un ingresso nel Team Repsol (dove puoi solo vincere) o in Yamaha (dove serve pazienza). In Aprilia avrebbe meno pressioni, più attenzioni e tutti i vantaggi di poter fare qualcosa di diverso. Vincere non diventerebbe una condanna, sarebbe un'impresa. Se ci è riuscito con una Ducati dello scorso anno in un team satellite (gia due volte!), perché non dovrebbe farcela con una moto ufficiale?