Non sempre puntare tutto su un solo pilota si rivela la scelta giusta per una scuderia. Argomento da sempre al centro di molte discussioni e tornato in auge nei giorni scorsi dopo che, l'incidente di Marc Marquez e il relativo stop, hanno messo Honda in una situazione di crisi inaspettata. L'HRC è una moto difficile per tutti ma perfetta nelle mani del numero 93 e - in sua assenza - le prospettive di un mondiale competitivo sono bassissime.
Oggi si torna sull'argomento dopo la notizia del rinnovo in Mercedes di Valtteri Bottas. La situazione è completamente diversa perché la W11 di Brackley è una monoposto perfetta, che qualsiasi buon pilota di Formula 1 saprebbe portare al traguardo senza troppe difficoltà, ma il contratto di Bottas lancia una serie di altri dubbi sulla scelta dei piloti che la Mercedes sta facendo in questi anni.
Nelle stagioni post-2016, anno della discordia scoppiata nella rivalità tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg, è stata subito chiara la scelta della scuderia tedesca: puntare tutto su un primo pilota, in questo caso Hamilton, e lasciare all'altro il ruolo di secondo. Una carica che Bottas ha saputo coprire bene, cedendo posizioni e non andando mai a intaccare in modo preoccupante il dominio del campionissimo inglese.
Se il ruolo di Bottas ha funzionato in questi anni post-Rosber, perché non continuare? Il finlandese è un pilota concreto, mai colpevole di errori grossolani o mai così lento e scostante da portare la scuderia al desiderio di cambiare pilota.
L'unico vero problema potrebbe quindi essere il futuro. Una casa longeva e attenta ad ogni dettaglio, come si è rivelata essere la Mercedes in questi anni, non può certo ignorare un punto fondamentale come quello della crescita dei giovani. Il programma nelle categorie minori prosegue ma - negli ultimi anni - la costante presenza del duo Hamilton-Bottas ha portato alcuni giovani promettenti ad allontanarsi dall'orbita Mercedes.
Su tutti è famoso il caso di Esteban Ocon che, dopo aver addirittua perso il sedile in Formula 1 per la stagione 2019, ha ripiegato su Renault, consapevole della mancanza di possibilità nella scuderia tedesca. Un giovane, soprattutto se forte e intenzionato a fare subito bella figura, potrebbe essere una distrazione per il dominio assoluto di Hamilton: un problema che il britannico non è più disposto ad accettare dopo la debacle del 2016.
Stesso discorso vale per il brillante George Russell che, nel 2018, ha conquistato il titolo di campione del mondo di F2 (battendo un certo Lando Norris) ma che in Formula 1 ha trovato spazio solo nella poco competitiva Williams. Anche Russell orbita da tempo nel programma giovani Mercedes e sembrava che proprio su di lui si riponessero le speranze per la stagione 2021. Il rinnovo del pilota con la Williams, arrivato prima di quello di Bottas, ha fatto però capire le intenzioni di Mercedes prima del rinnovo del finlandese.
Una panoramica che a breve termine funziona alla perfezione, con il trainante Hamilton e il concreto Bottas, ma che in una prospettiva futura, considerando anche l'avanzare dell'età del britannico, potrebbe portare qualche problema alla Mercedes che, diversamente da quanto fatto da scuderie come Red Bull, Ferrari e McLaren in questi ultimi anni, non ha ancora portato un giovane cresciuto internamente fino al banco di prova finale: competere in un top team.
E poi diciamocelo, per il bene della competizione e del divertimento di tutti, se il dominio della tedesca dovesse continuare anche nel 2021 l'idea di un giovane che cerca di mettere i bastoni tra le ruote a Hamilton - come lui fece con Alonso nel 2007 - è sicuramente più allettante rispetto a quella che ci è stata ufficializzata oggi.