Nel tempo l’universo della Formula 1 ha imparato ad accettare al proprio interno anche persone con problemi di salute mentale. Infatti, diversi piloti e manager hanno iniziato a parlare apertamente di queste tematiche. Lewis Hamilton e Lando Norris hanno raccontato di aver affrontato problemi di questo genere, tentando di sensibilizzare il pubblico sull’argomento. Ad aprirsi su queste problematiche anche l’alfiere dell’Alfa Romeo Valtteri Bottas, che ha raccontato di come il successo raggiunto nella Formula 1 sia diventata una vera ossessione, tale da portarlo a soffrire di problemi di salute piuttosto seri, ma che fortunatamente sono stati affrontati per tempo, sia da lui che dagli specialisti: “Mi allenavo al dolore, fisicamente e mentalmente, ma la cosa mi è sfuggita di mano ed è diventata una dipendenza. Non mi è stato diagnosticato ufficialmente alcun disturbo alimentare, ma era sicuramente presente“.
La dieta che seguiva per restare in forma era alquanto drastica, e per lo più basata sui broccoli al vapore: “Non era molto salutare, volevo essere il migliore e pensavo di dover fare così. Se il team diceva che dovevo pesare 68 chili e io naturalmente ne peso 73, allora facevo di tutto per rientrare in quel peso. Ho avuto bisogno di uno psicologo che mi aiutasse a riprendermi e la sua prima valutazione di me è stata che sono quasi come un robot, che vuole solo raggiungere il suo obiettivo e non ha alcun sentimento. Mi ha sconcertato. Ma è vero che in quel momento non avevo altra vita che non fosse la F1“. Non solo, ha spiegato di essersi affidato all’aiuto di un professionista anche per gestire la separazione dalla Mercedes: “Quella stagione è stata difficile, c’era il futuro in gioco e non sapevo per quale squadra avrei guidato. Era un momento importante nel quale chiedere un aiuto esterno“.