Ha concluso la stagione di Formula 1 con un dodicesimo posto in classifica generale, di poco davanti al compagno di squadra Lance Stroll, con un solo podio. Eppure Sebastian Vettel si è regolarmente guadagnato dei titoli: non in pista, ma sui giornali, per via delle sue campagne sui diritti arcobaleno e per altre iniziative o prese di posizione extrasportive. È ben vero che con l’Aston Martin è arrivato primo nella graduatoria dei sorpassi, ma è altrettanto vero che quella classifica è appannaggio di piloti abituati a correre nelle retrovie (secondo Alonso, terzo Raikkonen, comunque tutti ex campioni del mondo) e che non frutta alcun riconoscimento concreto (“Qual è il premio? Un milione di caramelle?”, aveva scherzato l’ex ferrarista). Ciononostante, il tedesco assicura di non avere intenzione di rimanere in F1 solo per rappresentanza o più o meno politici.
“Sento la responsabilità – le parole di Vettel a F1-Insider – di portare l’Aston Martin al vertice della Formula 1. La motivazione c’è e cerchiamo di migliorare insieme. Le nuove regole ci offriranno una grande opportunità, ma è importante essere realisti e non parlare di essere i favoriti. Dovremo capire quanto sarà buona la macchina”. Spazio dunque anche all’attività di pilota in quanto tale, non solo alle annesse più o meno apprezzate sbandierate arcobaleno: “Non vado avanti solo per far passare i miei messaggi. Se facessi così non sarei fedele verso me stesso e non sarebbe bello. Se non sentissi più la spinta interiore e l’ambizione necessari e restassi solo per trasmettere messaggi e aumentare il mio conto in banca, tradirei la generazione che spera di vivere questo sogno. Posso occuparmi di determinati argomenti quando non guido. Ma – assicura il quattro volte campione di mondo di fila con la Red Bull (2010-2013) – ho ancora il fuoco dentro”.