Randy Mamola non ha mai vinto un titolo in MotoGP, tuttavia resta uno dei piloti più amati della storia. Ha corso contro i migliori di sempre e l’ha fatto con uno stile di guida diverso da tutti gli altri, selvaggio e veloce come voleva la tradizione americana. Come altri fuoriclasse delle due ruote, uno su tutti Kevin Schwantz, Mamola ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto, fermandosi a tredici vittorie in carriera, quattro secondi posti nel mondiale e due terzi. Nonostante si sia ritirato ormai da trent’anni, Randy è rimasto decisamente legato al mondo della MotoGP: lavora nel paddock, commenta le gare e, soprattutto, guida la Ducati Desmosedici Biposto prima dei Gran Premi, facendo salire sul sedile dietro appassionati e personaggi dello spettacolo. Questo almeno prima della pandemia, perché dal 2020 il fuoriclasse californiano ha lasciato il lavoro ad altri. L’idea di una moto da Gran Premio con il sedile del passeggero, ad ogni modo, era venuta a Kenny Roberts tanti anni prima: “Era un periodo in cui potevi ancora portarti le moto a casa e divertirti un po’ - ha spiegato Mamola a Speedweek - e a Kenny Roberts venne questa idea della ‘Twin Seater’, la facemmo con Yamaha”.
Dopo un paio di stagioni in Yamaha la tradizione passò a Ducati, con Randy che ad oggi stima di aver trasportato oltre 6.000 persone, a volte più di 50 in una sola giornata. Ora che ha compiuto 62 anni, al suo posto ci sono Franco Battaini o Fonsi Nieto a seconda della situazione: “Alla mia età a volte un po’ ti spaventi: se non guidi a novembre, dicembre, gennaio e febbraio, riprendere confidenza in Qatar nel tempo di cinque giri non è semplice. Di solito però mi bastavano al massimo tre giri per emozionarmi. Perché questa Desmosedici mi piace molto, ha una potenza spaventosa e la tecnologia è di altissimo livello, d’altronde l’elettronica di oggi è incredibile. Poi la verità è che è ancora più bello far emozionare chi siede dietro: che si tratti di un VIP o di un semplice appassionato non mi cambia granché”.
Dal principe Harry a Bernie Ecclestone: chi è salito sulla Desmosedici Biposto con Mamola
Tra le persone che ha portato, figurano, tra gli altri, il principe Harry, Keanu Reeves, Bernie Ecclestone, Marc Gené e Michael Schumacher, del quale racconta un aneddoto: “Schumi al tempo stava lottando contro Alonso per il titolo della Formula 1, la settimana dopo avrebbero corso a Silverstone. Mi ricordo che prima di partire con Michael, Claudio Domenicali mi disse all’orecchio: ‘Randy, se cadi con Schumi ti ammazzo’”.
Storia simile con Bernie Eccleston, che al tempo aveva già 71 anni: “La data era tre giorni prima dell'11 settembre, per il GP del Portogallo all’Estoril. Quando la notizia che Eccleston sarebbe salito sulla Biposto ha cominciato a trapelare è stato un problema. Frank Williams e Flavio Briatore hanno chiamato per fargli cambiare idea ‘Bernie, per favore dicci che non lo farai. È pericoloso per la tua vita!’ ma lui niente, aveva deciso. Non ho mai trasportato un carico così prezioso”. Per Bernie Ecclestone, più volte in procinto di acquistare i diritti della MotoGP, fu un gran giorno: “È stata una delle esperienze più emozionanti della mia vita - aveva raccontato - Soprattutto perché l'ho fatto con Randy Mamola”. Anche perché, di norma, i criteri per salire sulla Biposto sono piuttosto precisi: peso massimo di 90 Kg, altezza massima di 1,90 m e un’età che vada dai 18 ai 60 anni, oltre (ovviamente) ad un buono stato di salute.
Fra tutti i personaggi saliti in sella con lui (“anche un paio di vincitori dell’Oscar, ma non li ricordo tutti”) c’è anche il tre volte campione del mondo Luca Cadalora: “Mi è stato permesso di fare due giri veloci con lui al Mugello. È stato fantastico. Nel secondo giro ho spinto il più possibile. Alla fine ho pensato che avremmo potuto essere più veloci, entrambi toccammo l’asfalto con le saponette - il racconto di Mamola - Luca poi ha detto che pensava che non saremmo sopravvissuti... Ma se il passeggero si comporta perfettamente, non lo percepisci come un peso o una zavorra, è tutto in armonia ed è quasi come avere uno zaino”.
Le due cadute
In tutti gli anni in cui Randy ha guidato la biposto è caduto soltanto due volte, una delle quali con il passeggero. “Saranno stati otto o nove anni fa - racconta - la Bridgestone ci dava una gomma erano che è stata ritirata dal Mondiale MotoGP perché piloti come Casey Stoner e Ben Spies se ne erano lamentati e quel giorno ci è arrivata una gomma sbagliata, è stato un errore. Sono caduto con il mio passeggero a Barcellona, e poi di nuovo senza passeggero nello stesso anno a Silverstone. Da allora abbiamo sempre avuto con noi un addetto al controllo degli pneumatici, prima della Bridgestone e ora della Michelin”.
La moto, i costi e le velocità
Ducati costruisce ogni anno una nuova Desmosedici Biposto, il motore però è del periodo in cui a correre per Borgo Panigale era Valentino Rossi, quando i motori erano più ingombranti e le moto più facili da far funzionare. Accendere una MotoGP di oggi, a conti fatti, è decisamente più complicato. Chi vuole acquistare un giro di pista (non con Randy Mamola, però) può farlo attraverso Two Wheels for Life e Riders for Health, una ONG che opera nei paesi più poveri dell’Africa. Normalmente il prezzo varia dai 1.200 ai 2.500 euro a seconda della situazione, mentre la velocità raggiunta può superare i 300 Km/h. Di regola, la Biposto gira a circa a 15 - 20 secondi dal record della pista, tuttavia Mamola ha spiegato che a seconda del passeggero spinge più o meno forte: “Una volta ho ottenuto il miglior tempo sul giro con un VIP a Valencia, ero con l'attore tedesco Richy Müller. Era talentuoso, forte, non particolarmente alto e in cerca di una sfida. Avevamo solo 9 secondi di ritardo sulla pole”.