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C'è poco da dire, Lewandowski si meritava davvero il pallone d'oro

  • di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

30 novembre 2021

C'è poco da dire, Lewandowski si meritava davvero il pallone d'oro
Al polacco non sono bastati 24 titoli, tra Bayern Monaco e premi individuali, e 127 reti in due anni e mezzo. La coppa America e il trasferimento al PSG evidentemente hanno influito maggiormente nelle votazioni. Sia chiaro, Lionel Messi è il più forte in circolazione e probabilmente, dopo questo trofeo, anche della storia ma continuiamo a non capire i criteri di assegnazione. Ma vedendo la classifica del 2021 e del 2010, quando Milito arrivò dietro ad Asamoah Gyan, oramai non c'è più da stupirsi

di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

E niente pure questa volta Lionel Messi ha vinto il pallone d’oro. L’argentino, grazie anche alla prima coppa America conquistata in carriera, si è aggiudicato il settimo trofeo individuale più prestigioso. Quello che sotto la targhetta con il nome dice che sei il più forte di qualsiasi altro essere sul pianeta. La sua vittoria è stata però etichettata come un furto nei confronti di Robert Lewandowski che, dopo la clamorosa non assegnazione del titolo lo scorso anno, se lo è visto scippare di nuovo tra le mani. Incredibile. La Pulga è indubbiamente il calciatore più forte in questo momento e forse anche della storia del calcio, c’è poco da disquisire. Quello che dispiace però è vedere come, edizione dopo l’altra, cambiano i criteri di assegnazione. Effettivamente bisogna ancora capire se il prestigioso premio vada al più forte in circolazione, al migliore della stagione, a chi ha vinto di più oppure a chi ha segnato più reti. Insomma c’è sempre questo mistero che però porta sistematicamente alla vittoria di Messi. E non va bene.

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Jorginho quest’anno ha vinto tutto, è vero, ma purtroppo i rigori falliti prima della metà di ottobre, giorno delle votazioni, hanno influito non poco sulla sua posizione in classifica. È chiaro che però l’attaccante polacco, non solo i termini di reti segnati, ma anche dal punto di vista dei titoli, era quello che meritava più di tutti. Tra premi individuali, campionati e Champions League Robert Lewandowski ha vinto 24 titoli. In ogni competizione è stato pure il miglior marcatore. E dispiace vedere che una sola coppa America, per quanto possa essere storica, abbia un peso specifico maggiore. Evidentemente per il fuoriclasse del Bayern Monaco non sono bastati neppure 127 reti in due anni e mezzo (55+48+24) e si è dovuto ‘accontentare’ del premio creato ad hoc come miglior attaccante dell’anno. Una follia che, fossimo stati in lui, ci saremmo ancor di più arrabbiati.

Dai suoi occhi, quando è stato pronunciato il nome dell'ex capitano del Barcellona, si capiva perfettamente come anche lui si aspettasse quel verdetto. Lo stesso Messi nel suo discorso ha chiesto agli organizzatori di ‘risarcire’ il polacco, ma si sa, facile dirlo quando si ha un trofeo tra le mani. E poi diciamocela tutta, ci siamo pure stancati di vedere i soliti alzare il pallone d’oro. Cioè vanno bene gli anni in cui sia Messi che CR7 facevano scuola da soli, ma a questo giro no. Non va bene. E vogliamo pure vederci strano, con i soliti sponsor che assegnano oramai un trofeo che sa più di farsa.

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Infatti c’è poco da stupirsi. Perché a vederla tutta oltre al fatto che la classifica venga stilata soprattutto da France Football, che nei primi dieci ci siano tre francesi usciti malamente dall'Europeo (Benzema, Mbappè e Kantè) e due che militano nel PSG (Messi e Donnarumma) c’è un altro dato che fa riflettere. Nel 2010, quando l’Inter vinse la Coppa dei Campioni, Diego Milito autore di una doppietta in finale e di una stagione strepitosa arrivò dietro a Asamoah Gyan che peraltro sbagliò un rigore decisivo ai quarti di finale. Grazie e arrivederci.

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