A Portimao correrà l’ultimo gran premio della sua carriera o, almeno, l’ultimo da pilota ufficiale, prima di dedicarsi allo sviluppo della Yamaha nel suo nuovo lavoro: il tester. Cal Crutchlow mancherà all’ambiente e questo è stato già detto e ridetto, perché è autentico, perché è genuino, perché è matto il giusto e perchè è uno senza filtri. Lo ha dimostrato anche nelle ultime dichiarazioni rilasciate, accusando i suoi colleghi di essere diventati “pollastri da allevamento”, capaci di dire sempre e solo le stesse cose nelle interviste, senza esporsi mai. Un fiume di parole che ha in qualche modo il sapore di un testamento ed in cui non s’è nascosto. Come quando, ad esempio, ha parlato del futuro della MotoGP: “Il futuro ha un nome solo: Marc Marquez. Potrà non piacere, ma come lui non c’è nessuno: non c’è adesso e non c’è nemmeno tra i giovani che stanno crescendo. Ce ne sono di bravi, lo stesso Joan Mir è un gran pilota, ma non esiste oggi chi può giocarsela con Marc Marquez e non esisterà nemmeno per i prossimi anni”.
Insomma, per Cal Crutchlow chi può battere Marc Marquez deve ancora nascere o, al limite, deve ancora essere scoperto. Anche se, a detta dell’inglese, un pilota che potrebbe essere paragonato allo spagnolo esiste e non è l’attuale campione del mondo Joan Mir. “Per talento puro – ha spiegato Cal – Jack Miller non ha nulla da invidiare a Marc Marquez. Ma il talento non è tutto e non sempre basta da solo. Nello stile di Miller, nell’approccio alla gara, c’è però qualcosa che lo rende molto simile a Marc”.
Il britannico vede nell’australiano, oltre ad un grandissimo talento, anche un carattere ed un atteggiamento diversi rispetto a quelli degli altri piloti. E, in qualche modo, lo considera quello a cui lasciare il testimone ora che lui ha deciso di scendere dalle moto da corsa per condurre una vita più tranquilla e dedicarsi alla famiglia.
“Quando ho detto a mia figlia che avrei smesso – ha raccontato Crutchlow – ha realizzato che sarei stato di più a casa ed è scoppiata a piangere dalla gioia. Ha fatto commuovere anche me. Arriva un momento nella vita in cui bisogna fare i conti con ciò, e soprattutto con chi, conta davvero”. Ma le corse gli mancheranno e non lo nasconde: “Sono qui da dieci anni e mi considero molto fortunato ad aver gareggiato in quest'epoca – ha concluso il britannico - La MotoGP è stata molto competitiva soprattutto negli ultimi anni quando sono state apportate modifiche all'elettronica. Ora tutti hanno moto molto simili e questo cambiamento è stato molto importante, perché quando è stato introdotto tutti ridevano, ma alla fine andiamo quasi tutti in griglia con una moto ufficiale e i piloti stanno migliorando ogni volta. Ho potuto lottare con i migliori nomi dello sport che abbiamo visto in questo periodo ed è stato un privilegio condividere con loro la pista. Sarà bellissimo chiudere a Portimao, una pista che conosco e sulla quale ho vinto il titolo in Supersport e sarà altrettanto fantastico ricominciare sotto una nuova veste con il marchio che mi ha portato nel mondiale”