A due gare dalla fine, nel sabato di Sepang, i principali pretendenti al titolo si trovano a partire da lontano, terza fila per Pecco Bagnaia (7°) e quarta sia per Aleix Espargarò (10°) che per Fabio Quartararo (12°). Nessuno è arrivato dove si aspettava, tutti hanno lanciato la moto nelle vie di fuga (per il francese c'è anche la frattura di un dito) e quasi niente è cambiato nella corsa al mondiale: Bagnaia parte davanti, è davanti nel mondiale e Quartararo resta - come passo gara - il suo avversario più credibile.
A cambiare qualcosa, semmai, è chi invece è andato più forte di loro: Enea Bastianini parte secondo, il suo mondiale è ancora matematicamente aperto e non c’è dubbio che proverà a fuggire lasciandosi indietro gli altri. Enea può vincere, lo sa e non c’è ordine di squadra che tenga. Così come può vincere Jorge Martín, che alla seconda pole consecutiva non vorrà sprecare l’occasione ripetendo la gara in Australia. Bagnaia, insomma, è ancora da solo, fatta esclusione forse per i piloti del Team Mooney VR46 (Bezzecchi 4°, Marini 6°) che potrebbero aiutarlo a passare. Per gli altri due ancora una volta la situazione è ancora più difficile. Fabio Quartararo ha avuto una sola certezza per tutta la stagione, ovvero che Franco Morbidelli gli sarebbe rimasto dietro. E invece, a Sepang Franco ritrova sé stesso, sta davanti per tutto il weekend e arriva anche ad ostacolare Bagnaia durante le FP3 rimediando due long lap penalty per la gara. L’unico che ha aiutato Quartararo è stato Cal Crutchlow in Australia, previo messaggio sul dashboard per una posizione che non offriva punti. Prima di una caduta. Infine, Aleix: anche lui si è ritrovato col compagno di squadra davanti e a meno di una partenza clamorosa rischia di correre una gara frustrante, più veloce sul passo di chi è davanti a lui (che resta tutto da dimostrare) e in difficoltà a passare.
Ci si prova sempre a cercare una strada più comoda, un aiuto che, puntualmente, non si materializza. Anche Marc Marquez l’ha fatto, sfruttando la scia delle Ducati salvo poi trovarsi a finire il giro bene ma in solitudine: la verità è che questo mondiale devono giocarselo tra loro, senza aiuti esterni. Senza favori e inciuci, con la manetta come sempre. I piloti saranno diventati più diplomatici e cordiali tra loro, ma sono sempre piloti che si taglierebbero un dito per togliere un decimo, per stare davanti agli altri come hanno fatto per tutta la vita. In MotoGP, signori, bisogna pulirsi il sedere da soli. E, per come stanno le cose adesso, ci sono buone probabilità che si arrivi a Valencia così, sospesi da qualche punto e con pochissime certezze.