“Sono un vaccinato della prima ora, convintissimo, ma il Green Pass è uno strumento che mi puzza” – a dirlo è Carlo Pernat. Lo abbiamo chiamato perché sul suo profilo Facebook è comparso un post che avrebbe potuto far discutere e che poco c’entrava con il mondo di Pernat, fatto di motorsport e guasconeria. Il manager genovese, però, sa essere anche molto serio quando c’è bisogno e questa volta è andato a parare su un terreno che è caldissimo e in cui, comunque, s’è sentito in dovere di dire la sua.
“Sì sì, sono stato io a scrivere quel post e te lo posso firmare con il sangue – ci ha detto – Basta che non si strumentalizzino le mie parole. Non voglio passare per un no-vax, perché sono convintissimo della bontà del vaccino, tanto da essermi sbrigato come un matto a farmelo somministrare appena è stato possibile. Sono alla terza dose e chiunque mi conosce un po’ è ben consapevole di quanto abbia sempre sostenuto che oggi il vaccino è l’unico strumento per arginare un virus che rischia di mettere definitivamente in ginocchio il mondo. Quello che invece non mi piace affatto è l’aver scoperto che tutta la questione Green Pass è gestita dalla Agenzia delle Entrate”.
Nessuna teoria complottista, quindi, e anche nessuna presa di posizione contro il Green Pass, che resta l’unico strumento per accertare l’avvenuta vaccinazione o l’avvenuta guarigione dal Covid, ma una riflessione sul perché uno strumento così non sia nelle mani del Ministero della Salute. “E’ una cosa che non mi spiego – ha aggiunto Pernat – e di cui si è parlato molto poco. Troppo poco. Che c’entra l’Agenzia dell’Entrate? Oppure siamo alla burocratizzazione persino di un virus? Io risposte non ne ho, ma vorrei averne e credo che sia opportuno darle a tutti i cittadini italiani”.
Carlo Pernat non lo dice (è troppo furbo e troppo di questo mondo per farlo), ma è chiaro che c’è un riferimento alla possibilità di esercitare un controllo sugli italiani che va ben oltre l’attestazione di avvenuta vaccinazione o avvenuta guarigione. Nel mio post scrivo testualmente – conclude il manager genovese – lo sapevate che il Green Pass è gestito dalla Agenzia delle Entrate e non dal Ministero della Salute? Sapete cosa vuol dire? Pensateci. Ecco, non mi sento di aggiungere una parola di più e non voglio che me ne si mettano in bocca altre, ma questa cosa mi puzza tanto e mi infastidisce, anche perché sembra che non ne sia al corrente quasi nessuno. Io stesso l’ho scoperto da poco”.