“Non pensavo di poter sentire un vuoto così grande dentro di me”, così Carlo Pernat ai microfoni di Sky pochi minuti dopo l’annuncio del ritiro di Rossi: un pilota, un fenomeno che il manager genovese ha sempre seguito dai primi anni della sua carriera, all’inizio in prima persona con Aprilia, fino ad oggi, con un occhio di riguardo, perché il Dottore è il Dottore.
“Mi ha spiazzato. Pensavo – ha aggiunto al riguardo Pernat a Tuttosport – che continuasse un anno nel suo team col fratello, anche perché il principe saudita che finanzia l’operazione voleva a tutti i costi così. Valentino ha confermato che fa quello che sente e vuole”. Non manca il ricordo: “Fin da ragazzino, quando s’impuntò per restare in 125 dopo il primo anno. Volevamo mandarlo in 250. Fece bene: vinse il primo titolo nel 1997. Ha sempre avuto chiaro in testa cosa fare e quando. Anche adesso ha scelto il momento giusto”.
Secondo molti probabilmente Valentino avrebbe dovuto ritirarsi prima. Al riguardo non è mancata la risposta di Pernat: “Sportivamente era arrivato il momento, perché non si divertiva più e se spingeva cadeva. A 20 anni il polso comanda la testa, a più di 40 è il contrario. Però c’erano tanti motivi e interessi soprattutto perché continuasse. Ma ha fatto bene, non poteva rovinare la sua immagine. E tutti dobbiamo alzarci e applaudirlo. Ha dato letteralmente da mangiare a tutti qui, anche ai piloti. Più lui che la Dorna”.
Parla anche di Valentino a livello mediatico: “Ha fatto conoscere le moto in tutto il mondo, ha portato nonne, mamme e bambini ai circuiti”.
E sulla famosa bambola gonfiabile… “Era il 1997 e mi chiese di portargli Claudia Schiffer al Mugello perché si parlava solo della storia tra Biaggi e Naomi Campbell. La modella voleva troppi soldi per venire in circuito e Beggio non voleva pagare: allora Valentino con 10 mila lire comprò una bambola gonfiabile e dopo la vittoria se la portò in giro per la pista sbeffeggiando Max. Di testa è sempre stato il migliore, e oltre all’immenso talento ha dalla parte sua il fatto che è simpatico, inventa sempre qualcosa, e questo alla gente piace”.
Su una cosa non c’è dubbio, per Carlo Pernat: Valentino non ha eredi. Nemmeno Marc Marquez: “Forse Marc avrebbe potuto raccogliere il suo testimone, ma ha rovinato tutto con quella cazzata del 2015. Se lo avesse lasciato in pace Valentino lo avrebbe supportato nei confronti dei tifosi. L’unico nel quale rivedevo Valentino era Marco Simoncelli. Pilota vero, estroverso, di quelli che creano l’ambiente giusto e sorridono alla vita".
E sul futuro della MotoGp? “Sarà un motociclismo più «vero», senza scenette e con piloti giovani che picchiano in pista per dimostrare la loro superiorità. Sport, bello, ma – conclude Pernat – altro”.