“C'erano persone con tanti soldi che compravano il loro posto in MotoGP, ora no" _ Carmelo Ezpeleta non fa nomi e cognomi, ma ammette che fino a poco tempo fa la Classe Regina non era solo questione di talento. Perché c’era anche chi, pur avendo meno talento di altri, poteva “comprare” una sella. Il segreto di Pulcinella, purtroppo, con il patron di Dorna che adesso dice di aver messo fine a questa pessima abitudine. E’ vero? Probabilmente sì, ma solo se si prende in considerazione la MotoGP e non ci si allarga a Moto2 e Moto3, dove, purtroppo, di piloti paganti ce ne sono ancora troppi.
Per Ezpeleta, però, quello di aver “ripulito la Classe Regina” è già un traguardo, anche perché il patron di Dorna ha dovuto fare lo slalom tra parecchi paletti. A cominciare da quelli messi da chi ha sempre voluto un tetto di piloti divisi per nazione: “Per noi conta il talento, conta che chi arriva in MotoGP sia tra i migliori piloti del mondo – ha affermato Ezpeleta – Ci sono di mezzo, però, molti interessi e in passato non è mancato chi ha proposto un numero massimo di italiani e spagnoli che possono correre, ad esempio. Questo, però, avrebbe svalutato la concorrenza così come l’ha svalutata, fino a poco tempo fa, il fatto che in MotoGP c'era gente che veniva con i soldi e comprava il posto. Adesso in MotoGP non è più così, tutti i piloti che corrono lo fanno perché la squadra intende pagarlo”.
Un problema in meno con cui fare i conti per Carmelo Ezpeleta, che già dovrà districarsi tra le tante incognite del 2022: dal Covid al primo mondiale senza Valentino Rossi e con un Marc Marquez che potrebbe non essere ancora in piena forma. Serve, quindi, una stagione che sia di livello assoluto e su questo Ezpeleta sembra non avere dubbi, tanto da portare l’esempio di Danilo Petrucci: “Se un pilota della MotoGP va alla Dakar e riesce a vincere una tappa e fare così bene, evidentemente è perché in MotoGP ci arrivano davvero solo i migliori”.
“Questo ci porta a sapere che abbiamo i migliori 24 piloti del mondo che corrono in MotoGP – ha concluso il CEO di Dorna – Questo non potremmo garantirlo se ci fossero meno italiani e spagnoli solo perché si è scelto di mettere un limite di piloti provenienti da questa o quella nazione. Quello che possiamo fare è trovare più Miller, più Stoner, più Quartararo, più Zarco, ma perché se lo guadagnano, non perché faccio una norma che limiti spagnoli e italiani".