Marc Marquez che torna dopo 45 giorni di stop e piazza subito la sua Honda là davanti è una grossa gioia per HRC, ma rischia di diventare anche la più grossa croce. Lo dicono ormai tutti nel paddock e non solo e gli unici a ignorarlo sembrano essere, appunto, quelli di Honda. Viene da dirlo dopo aver ascoltato le ultime dichiarazioni di Alberto Puig che, nella situazione generale non certo entusiasmante in cui la Honda si trova, ha praticamente parlato solo di Marc Marquez. Certo, il fenomeno di Cervera potrà aiutare a uscire dalla crisi, ma puntare sempre e solo tutto su un unico pilota non è stata la migliore delle scelte in passato e ora si rischia di fare lo stesso errore.
Anche perché gli altri non sono affatto contenti. Persino Takaaki Nakagami, il più aziendalista tra i piloti della MotoGP, così abituato come è a non mettere mai una parola fuori posto, è arrivato a chiedere maggiore considerazione. La stessa cosa, ormai da settimane, la fa il suo compagno di squadra Alex Rins, che si è spinto ancora più oltre: “Sto cercando di conquistare la fiducia di Honda, perché è come se non mi considerassero abbastanza”. Il nuovo telaio Kalex negato ai due del Team LCR nel GP di Francia non ha sicuramente aiutato a lenire i mal di pancia, così come non ha aiutato l’ennesima, disastrosa, prestazione di Joan Mir. Un altro che, anche se non lo dice in maniera netta, sembra sentirsi abbandonato. "Non mi diverto da molto tempo - si è sfogato Mir - Tutti crescono e noi continuiamo senza migliorare. Puoi fare bene in una gara, in un turno di prove o qualifica, ma poi torna la realtà. Non è una situazione facile per me. Sbaglio troppo e chiedo a Honda di aiutarmi".
L’unica risposta arrivata dal manager di Honda, Alberto Puig, però, si può riassumere con una fredda e distaccata conferma di fiducia verso il pilota maiorchino. “Mir sta crescendo – ha detto Puig – Vediamo che qualche miglioramento c’è anche se i risultati non arrivano, però siamo consapevoli del suo talento e convinti che potrà fare bene con noi e con la nostra moto”. Per il resto, tutte le dichiarazioni post GP di Francia di Alberto Puig hanno avuto un unico argomento: Marc Marquez. “Marc ha fatto una gara fantastica – ha detto - Purtroppo, alla fine stava inseguendo il podio e sapeva che Johann Zarco era proprio dietro di lui e pronto ad attaccarlo, quindi ha dovuto continuare a lottare. Il carattere di un campione è quello di cercare sempre di ottenere il massimo da ogni situazione, ed è esattamente quello che ha fatto. Credo che stia guidando allo stesso livello di prima dell'infortunio di tre anni fa. Ha corso in modo eccellente e ha fatto tutto il possibile con quello che aveva".
Quello che aveva, appunto. Come qualcosa che non basta, anche se in Honda sembrano ignorarlo, soprattutto adesso che Marquez è tornato. Con le parole dello stesso Marc – che ha detto che il nuovo telaio è sì un miglioramento, ma che il lavoro da fare è ancora tantissimo – che è passato in secondo piano rispetto a un’ostentata sicurezza che si fonda tutta (e esclusivamente) sul talento del campionissimo spagnolo. “Come abbiamo visto in questo fine settimana – ha concluso Puig - il campionato è molto aperto e molte cose possono ancora accadere. Marc, dopo un mese e mezzo senza guidare alcun tipo di moto, è stato in grado di tornare immediatamente con la velocità giusta, e questo è importante da tenere a mente. Lo si può fare solo se si è un pilota speciale. Vedremo cosa succederà nelle prossime gare”. Honda, però, dovrebbe metterci del suo, perché è vero che Marc Marquez a Le Mans ha fatto qualcosa di pazzesco, ma è vero anche che i punti messi nel sacco sono praticamente zero se si vuole davvero puntare al titolo mondiale.