Otto anni fa l’atletica italiana tornò a respirare, dopo anni di buio, una bella aria di competitività. Lo ha fatto grazie al saltatore in alto Gianmarco Tamberi, celebre per le sue gare con la barba tagliata a metà e le sue prestazioni ottime a cui, però, non ha mai fatto seguito la consacrazione definitiva. Perché se è vero che "Gimbo" ha vinto un Europeo e un Mondiale indoor, è altrettanto vero che alle Olimpiadi i risultati che contano non sono davvero mai arrivati. E spesso essere troppo convinti di sè stessi è controproducente.
Che poi oh, chiariamo subito una cosa, non critichiamo assolutamente la persona, ma questo atteggiamento non ci piace. Ce lo ricordiamo tutti quell’Alex Schwazer piangente che mostrò le sue fragilità ammettendo di aver fatto uso di doping. Sia chiaro, un gesto da condannare. Ma con le parole giuste. Forse preso dall’impeto e dall’onda mediatica che stava cavalcando, Gianmarco Tamberi lo definì “La vergogna d’Italia” chiedendo che fosse squalificato a vita. “La nostra forza è essere puliti, noi non lo vogliamo in Nazionale” aveva commentato il saltatore in alto su un possibile tentativo di ottenere un pass per Rio2016 per il marciatore altoatesino. Il pubblico dei social, pur non prendendo le difese di Schwarzer, aveva seriamente attaccato Tamberi per le sue parole da paladino della giustizia. E infatti dopo poco ritornò su i suoi passi chiedendo scusa e facendo, forse, peggio.
A Londra si piazzò 24esimo venendo eliminato nelle qualificazioni, a Rio un brutto infortunio lo costrinse a non partire. Ecco, Gianmarco Tamberi ha dimostrato tanto, ma deve ancora dimostrare tutto. Perché è inutile girarci intorno, il trofeo che conta è quella medaglia d’oro che ancora gli manca. L’atletica è lo sport per eccellenza nelle Olimpiadi. Poi sia chiaro, domenica avrà la possibilità di salire sul podio e a noi non farà altro che piacere se ci dovesse riuscire. Ma dichiarazioni come “Ho dimostrato di rendere bene sotto pressione, i momenti difficili mi esaltano” ecco, per ora, forse sarebbe meglio evitarle. Anche perché, il momento di dimostrare che questa cazzimma non è un bluff sarà proprio domenica prossima. Fino ad allora, ascolta a noi, Tamberi, vola basso e pensa al tuo!