Italia batte Spagna 841 a 657. Sarà che l’eco del Campionato Europeo di calcio non si è ancora spento, sarà che alla fine viviamo in un’epoca in cui tutto viene tradotto in numeri, partite e risultati, ma c’è chi s’è preso la bega di mettere a confronto le “nazionali” anche per quanto riguarda il motociclismo. Che In finale ci sarebbero arrivate Italia e Spagna era chiaro anche a chi di circuiti, cordoli e giri veloci ne ha masticati pochi, ma che la vittoria fosse così schiacciante in favore dell’Italia è un dato molto significativo. Perché, nell’epopea di Marc Marquez e del dominio assoluto dei piloti spagnoli, che i colori nazionali avessero ancora un gap così ampio non era del tutto scontato. Invece i numeri parlano chiaro: i piloti spagnoli dovranno riuscire a salire quasi altre duecento volte sul gradino più alto del podio prima di insidiare concretamente il primato italiano. Al di là di numeri e campanilismo, però, il dato dovrebbe far riflettere sul futuro. Perché se è vero che il margine è ancora ampio, è altrettanto vero che mentre il futuro in Spagna appare ricco di giovanissime promesse, in Italia le cose non fanno dormire sonni tranquilli.
Inutile starsi a chiedere di chi solo le colpe o in chi risiedono le cause, ma di certo chiunque ha provato ad avviare un figlio al motorsport ha dovuto ben presto rendersi conto di quanti e quali forzi economici si debba essere in grado. Con il risultato che il talento, a volte, finisce per essere costretto a girare con qualche minimoto nel giardino intorno casa piuttosto che avere una opportunità concreta di provarci. Ma questo, ci mancherebbe, è un discorso che meriterebbe un approfondimento lungo e anche piuttosto articolato, mentre il tema, almeno in questa calda giornata estiva, è puramente di colore: siamo ancora il Paese delle due ruote. E il merito, inutile girarci troppo intorno, è in gran parte di due personaggi che rispondono ai nomi di Giacomo Agostini e Valentino Rossi. Ora, però, serve che ne nascano degli altri.
Oltre a Italia e Spagna, sul podio delle nazioni più vincenti del motomondiale c’è, poi, la Gran Bretagna, con 390 vittorie, mentre la medaglia di legno è toccata alla Germania, con 191. Un quarto posto che adesso è messo seriamente in pericolo dall’Australia, visto che Remy Gardner in Moto2 e Jack Miller in MotoGP potrebbero già da questa stagione consentire all’Australia (186 vittorie) di scavalcare i tedeschi. Sesta piazza, invece, per il Giappone, che pure sembra aver perso molta della sua tradizione nel motorsport e che ha oggi, come massimo rappresentante in MotoGP, il solo Takaaki Nakagami. Ancora sotto le cento vittorie, invece, la Francia, ferma a 96, ma con Fabio Quartararo e Johann Zarco che, da leader e viceleader della classifica mondiale, potrebbero ben presto consentire ai cugini d’Oltralpe di superare la tripla cifra.