Dopo un lungo silenzio, Casey Stoner è tornato a far parlare di sé. Una vacanza in Grecia con la moglie si è trasformata, nel giro di qualche giorno, in una visita all’Alpinestars di Asolo per prendere le misure di una nuova tuta, cosa che - con il WDW sempre più vicino - ha già fatto tremare i polsi agli appassionati. Nonostante il passare degli anni, rivedere Casey a Misano sarebbe un bello spettacolo per tutti. Anche perché il tempo passa, la Ducati cresce ma l’unico titolo in MotoGP resta quello vinto da lui nel 2007. Casey, in un’intervista ripresa dagli spagnoli di MotoSan, lo spiega così: “Quando ero in Ducati non c'erano tante Ducati” , ha ricordato subito. “Oggi hanno più o meno il budget più importante di tutti, quando correvo io avevamo il budget più piccolo. Per me si concentrano troppo sulla moto e su quello che gli ingegneri vogliono vedere sulla moto e non su quello che vuole il pilota. Devono capire che possono fare la moto come vogliono ma poi è il pilota a guidarla e se il pilota non si sente bene non ottiene risultati. Yamaha e Honda in passato realizzavano mezzi che funzionavano davvero per chi li guidava, il pilota si sentiva in grado di fare quello che aveva in mente in ogni condizione e in un campionato questo è il miglior risultato che si possa chiedere”. Poi entra nel dettaglio: “Gli ingegneri Ducati sono sempre alla ricerca di qualcosa di speciale che magari non esiste nemmeno, ma non c'è ancora moto che vinca senza il pilota. Voglio dire, bisogna prestare più attenzione al pilota e meno alla moto”.
Se Ducati fatica a vincere nonostante sia ormai la moto da battere lo stesso si può dire per Marc Marquez, vero fuoriclasse che sta facendo i conti con una lunga pausa forzata: “Da giovane Marc era un martello, non aveva paura di farsi male, spingeva e tutto andava bene - ha spiegato Stoner - Ora ogni volta che cade si sente in pericolo e questo gli fa venire molti pensieri. Per me, Marc deve imparare a guidare in modo un po' diverso. Non ha lo stesso tempo di reazione del passato, non può guidare rilassato come in passato. Questo non è necessariamente negativo, è diverso. A me è successa la stessa cosa, quando guidavo provavo solo a spingere per trovare il limite, Marc è stato bravissimo ed è riuscito ad evitare diverse cadute, ora che non ce la fa è un po' più lento" ha riconosciuto che l'età sta superando il conto del sei volte campione del mondo. Comunque sappiamo bene quanto talento abbia Marc, non è questo il punto. Rivederlo in pista sarà bello".