Era il 2017 quando Maurizio Arrivabene dovette fare i conti con una realtà dei fatti che non si sarebbe mai aspettato di affrontare. “Devo vincere questa gara e poi tornerò per seppellire mio padre”, così Charles Leclerc rispose all’allora team principal Ferrari, quando gli fu chiesto che cosa ci facesse su un volo in direzione Baku. Era il 2017 quando Charles Leclerc, pilota Prema in Formula 2, perse papà Hervé e – a pochi giorni di distanza – andò in Azerbaijan a fare il suo dovere. Pole position, vittoria e giro veloce, così il pilota monegasco ammaliò il circuito caucasico, dando sì ulteriore riprova delle sue abilità in pista, ma aprendo un mondo su cosa voglia dire combattere e trionfare, a soli 20 anni, nel dolore, nel nome di un valore più profondo. Oggi, con la pole a Baku, in una Formula 1 sempre più imprevedibile, il pilota della rossa sembra invece donare conferme e stabilità al circus itinerante della classe regina.
Sì, perché Charles Leclerc non lascia lo scettro del giro veloce al sabato dal 2021. Sembra allora possibile affermare, dopo quattro anni di regno incontrastato, che il circuito cittadino di Baku veda nel numero 16 il suo più fedele scudiero, colui che tra la città vecchia e la sua moderna nemesi, si impone sull’intera griglia, colui che già 7 anni fa aveva dominato sì, ma per sé stesso e per chi non c’era più. Nel 2021, Leclerc fermò il cronometro a 1:48:218, a 232 millesimi dalla Mercedes di Lewis Hamilton. Un anno dopo, girò in 1:41:359, davanti a Sergio Perez. Nel 2023, invece, il miglior tempo lo portò non una ma ben due volte davanti alle Red Bull. Con 1:42:820 Charles ottenne la prima posizione in griglia di partenza per la Sprint Race, seguito da Perez, tempo poi migliorato nella qualifica valida per la gara della domenica (1:40:203), ai danni di Verstappen. Quest’anno Charles ha girato in 1:41:365 e partirà dunque domani al fianco di Oscar Piastri, con alle spalle il compagno di squadra Carlos Sainz, terzo. “Non è stato un weekend semplice”, dice in intervista post qualifiche, l’incidente in prove libere 1, poi un problema con un pezzo nuovo durante le prove libere 2, insomma la preoccupazione c’era ma c’era anche il passo. Così Charles ha dovuto semplicemente fare quello che gli viene meglio, soprattutto tra i muri di Baku: “nell’ultimo tentativo ho solo spinto un po’ di più e il tempo è venuto da sé”.
Nonostante una SF23 che gli ha dato ottime sensazioni (e generalmente più forte la domenica rispetto all’anno passato) il monegasco ammette che sarà una gara molto lunga e come ormai sappiamo, in Azerbaijan, l’ostacolo è sempre dietro l’angolo. “Dovrai sussurrare alle gomme come a Monza”, così – concludendo - l’intervistatore fa sorridere il monegasco che sì, ricorda l’ottimo lavoro fatto due settimane fa, ma che sa anche di dover ricominciare da capo e concentrarsi sul presente. Insomma, avevamo lasciato l’Italia con una domenica dipinta di rosso, la vittoria del Cavallino a casa propria aveva dato alla squadra una spinta in vista di questo weekend e, visto il risultato, sembra che quella spinta abbia dato i suoi frutti. Se Monza è casa della Ferrari, Baku può ormai considerarsi casa di Charles Leclerc. Sì, perché c’è qualcosa nell’accarezzare i muri di questa città che lo porta a dare sempre il meglio di sé, un po’ come a Montecarlo, che casa sua lo è per davvero.
Un rapporto che nasce in quel lontano 2017, tra le lacrime e quel “je t’aime papa” scritto bianco su nero su un cartellone. Perché Charles voleva vincere e così è stato. Che Charles, quella volta, non poteva sapere che l’anno successivo – su quella stessa pista – avrebbe guadagnato i suoi primi punti in Formula 1, al volante della Alfa Romeo. Che non era un periodo roseo, no, però a Baku tutto sembrò cambiare per il meglio. Che Charles, quella volta, non poteva sapere che sarebbero state quattro le pole position ottenute, sempre lì, consecutivamente. Sembra assurdo, eppure è proprio così, che il sabato, Baku, sia un po’ di Charles Leclerc, ormai si sa. Ma si sa anche, al sabato, che l’ultima parola non è mai detta e sognare, in fondo, non costa nulla. A domani, quindi, alla bandiera a scacchi, per scoprire se Baku – di Charles Leclerc – lo diventa anche di domenica.