Un weekend da dimenticare per l'inglese della McLaren Lando Norris che in Canada, nella giornata di domenica, ha visto andare in fumo il risultato conquistato in pista e scalare al tredicesimo posto a causa di una penalizzazione inedita da parte della FIA. L'inglese infatti è stato messo sotto investigazione dai commissari dopo aver rallentato eccessivamente durante il regime di safety car - entrato in vigore a seguito dell'incidente di George Russell - una mossa eseguita per agevolare il team che in quel momento stava realizzando il pit stop del compagno di squadra Oscar Piastri per poi prepararsi a quello dello stesso Norris. Rallentare quindi, e tenere alle sue spalle gli avversari impossibilitati a superare in regime di safety car, era sembrata un'ottima mossa all'inglese che si è difeso sostenendo di essere rimasto all'interno del delta consentito dalla FIA di chilometri all'ora da seguire in caso di bandiera gialla.
Le cose però devono essere andate diversamente perché Norris è stato sanzionato dalla Federazione, scivolando alla fine della gara fuori dalla zona punti della griglia di arrivo. Ma a stupire non è tanto il tipo di penalizzazione, visto che già in passato altri casi simili hanno portato a un provvedimento, quanto piuttosto la spiegazione data dai commissari sportivi: "Durante il regime di safety car Norris ha rallentato eccessivamente. Così facendo ha ostacolato le vetture che lo seguivano. La differenza con le altre monoposto è di oltre 50 chilometri all'ora - hanno spiegato gli uomini della FIA - e per questo è stato sanzionato per condotta anti sportiva".
Norris avrebbe quindi violato l'articolo numero 12 del regolamento sportivo, pensato per sanzionare chi "viola i principi di correttezza con comportamenti tali da influenzare i risultati della corsa violando l’etica sportiva". Una spiegazione molto generica per una nuova e inedita sanzione che potrebbe portare ad applicazioni molto diverse rispetto a quella vista in questo caso con Norris in Canada: l'articolo 12 del Codice Sportico potrebbe diventare un nuovo problema per i piloti in pista?