La rivoluzione in Formula 1 ha inizio. Renault diventerà Alpine con l’inizio del 2021, Racing Point si trasformerà in Aston Martin e tra piloti che tornano e giovani leve che arrivano, le prossime stagioni di Formula 1 sembrano preannunciare l’inizio di una nuova era. Rivoluzione che si completerà nel 2022, quando tra contratti in scadenza e nuovi regolamenti, assisteremo a un grande cambiamento in pista. Le rivoluzioni però non sono solo interne ai paddock e se gran parte della Formula 1 è fatta dagli intrecci politici di Fia e Liberty Media, i cambi al vertice rappresentano un grosso nodo nella questione organizzativa e dirigenziale.
E se da una parte sappiamo che Jean Todt, presidente della Fia dal 2009, non cercherà il rinnovo del mandato alla fine del prossimo anno, dall’altra parte è noto che sono moltissimi i pretendenti al trono di Fia e Liberty Media. Uno dei nomi papabili dell’ultimo periodo è stato quello di Toto Wolff. Il numero uno della Mercedes avrebbe infatti voluto lasciare la scuderia tedesca, dopo averla portata al successo assoluto nelle ultime stagioni di Formula 1, per un ruolo più politico e meno legato a una singola casa.
Quella di CEO della Formula 1 è una carica dalla doppia valenza. L’enorme notorietà, politica e sociale, che si acquisisce in questa posizione non è paragonabile a nessun altra: basti pensare al successo di Bernie Ecclestone, figura identificativa del circus per tutto il periodo di crescita del F1. Dall’altro lato poi un personaggio come Domenicali può rappresentare un importante anello di congiunzione tra Fia e Liberty Media. Il ruolo dell’ex team principal Ferrari sarà strettamente legato a quello di Ross Brawn, direttore generale e responsabile sportivo della Formula 1, e a quello del presidente Fia Jean Todt.
Sembra che la scelta della nuova dirigenza sia caduta su Domenicali, che andrà a sostituire Chase Carey, proprio per dare il via a un nuovo ciclo nella storia della categoria regina delle quattro ruote. Il 55enne bolognese non ha solo una grande esperienza con il mondo della Formula 1, ma il suo sembra essere un vero e proprio ritorno a casa. Con lui infatti la Ferrari ha vinto il suo ultimo titolo mondiale nel 2008 e le dimissioni dalla scuderia di Maranello sono arrivate a causa di alcune divergenze con Luca Cordero di Montezemolo, a seguito delle quali Domenicali ha preso strade lontane da quelle del motorsport. Prima Senior management in Audi e poi amministratore delegato di Lamborghini, ora Domenicali fa ritorno al grande amore della sua vita, e lo fa nella posizione più prestigiosa a cui si può aspirare.
La carriera di Domenicali non lascia quindi dubbi: il suo posto è in Formula 1, un luogo che non ha mai davvero abbandonato. Già direttore sportivo della rossa dal 1998, grande protagonista nei successi di Schumacher, anche dopo l’addio a Maranello il 55enne ha mantenuto una posizione nel circus, come presidente della commissione monoposto dal 2014.
Quella di CEO della F1 sembra essere la naturale conclusione di un percorso tortuoso ma, in parte, lineare. E sicuramente un successo italiano che porterà grandi novità all’interno del panorama della Formula 1, aspettando che i cambiamenti arrivino anche in pista.