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Che fortuna averti avuto con noi, Sebastian

  • di Redazione MOW Redazione MOW

29 luglio 2022

Che fortuna averti avuto con noi, Sebastian
Ci si dimentica di tutto, prima o poi. Gli errori, i giri veloci, i podi e le vittorie. Anche i titoli mondiali con gli anni si sommano e si dividono, prendendo la forma nebulosa delle cose non ci riguardano più. Ci si ricorda di come si è stati, però. Delle sensazioni non ci si dimentica mai. E del ritiro dalla Formula 1 di Sebastian Vettel ci resta soprattutto questo: la consapevolezza, densa e malinconica, che non avremo mai un altro pilota come lui

di Redazione MOW Redazione MOW

Ci hai insegnato che la perfezione non rende più grandi, Sebastian. Che nella vita si può essere dieci, cento, mille cose insieme. Che si può lottare senza bandiere, senza campagne social, usando i fatti prima delle parole. Ci hai insegnato che a volte i successi, i record e i numeri valgono meno di quanto crediamo. Perché poi la gente si dimentica di tutto, con il tempo.

Dei quattro titoli conquistati con Red Bull, di quell'aria da ragazzo di ghiaccio che avevi all'inizio della tua folgorante carriera, di quanto ti abbiamo odiato negli anni eterni di vittorie scontate, bellissime, insopportabili per chi non ti tifava. Ci si dimentica anche delle sconfitte, Sebastian. Degli errori che ti hanno portato a non raggiungerlo mai quel sogno di sempre: conquistare un titolo a Maranello così come fece, all'inizio degli anni 2000, il tuo mito e mentore assoluto. Ci si dimentica che Michael Schumacher ti ha cresciuto dentro e fuori la pista, che ti ha fatto diventare chi sei e che tu oggi stai restituendo il favore crescendo e accompagnando Mick Schumacher verso il suo, di destino in pista. 

Si dimentica tutto, prima o poi. Tranne delle emozioni. E sono queste che ci resteranno di te, Sebastian. Ci resterà la capacità, innata e straordinaria, di annunciare un ritiro parlando di tutto tranne che di Formula 1. Dovevamo aspettarcelo da te, tu che sei sempre stato fuori dagli schemi e fuori di testa, eppure anche nel giorno del tuo addio, sei riuscito a sorprenderci. Hai aperto un account Instagram, tu che i social non li hai mai voluti avere, ti sei seduto su una sedia e hai detto tutto quello che avevamo bisogno di sentire. 

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Che ti piace il blu. Hai annunciato il tuo ritiro dal mondo della Formula 1 in un video in cui dici di amare il blu, l'odore del pane e far ridere le persone. Ed era questo, quello che volevamo sentire per provare a capire la tua scelta di ritirarti. Non hai parlato dei mondiali vinti, delle sfide nel mondo del motorsport che vuoi affrontare in futuro, del tuo desiderio di cambiare ambiente, prospettive, di trovare nuove sfide. Tu hai detto di amare la Formula 1, ma di amare anche molto altro fuori dal circo che ti ha cresciuto. Di avere tre figli da aiutare nei momenti difficili, da cui imparare ogni giorno e da veder crescere. Tre figli che sei stanco di "dover sempre abbandonare" per ripartire, correre, viaggiare, e ripetere tutto da capo. 

Lo hai spiegato come hai sempre saputo fare, senza cadere nelle banalità o rischiando di dare l'impressione che la Formula 1 fosse diventata un peso, per te. E ci sei riuscito perché ti sei seduto e sei stato sincero. Sei tutto lì, Sebastian. Tutto dentro la tua sincerità. Come quando hai indossato una maglietta dedicata alla comunità LGBTQ+ in Ungheria e, a rischio squalifica, hai alzato le spalle: "Fate ciò che vi pare, non mi interessa". O come quando per salutare il tuo sogno spezzato, e lasciare per sempre la Ferrari, hai portato un cartone di birre nel box di Abu Dhabi e ti sei messo a distribuirle a tutti, con la leggerezza che provavi a mantenere, anche nel momento peggiore di tutta la tua carriera. 

Di queste cose ci ricorderemo sempre, anche dopo il tuo ritiro alla fine della stagione. Anche quando le vittorie più belle diventeranno simili alle altre, sfocate nella memoria e senza forma, nebulose. Ci ricorderemo delle cose dense che ci hai lasciato, di quelle che un altro pilota diverso da te non saprà replicare con la semplicità di chi prova a battere record, vittorie e successi. 

Perché più di tutto il resto, Sebastian, ci hai insegnato che cadere fa parte della vita. Anche di quelli che, come te, sono considerati i migliori. Anche di chi è odiato da tutti, proprio perché è il migliore. Ci hai insegnato che i piloti non sono vincenti e sconfitti, buoni e cattivi, ma che come noi possono volare in alto, più in alto di tutti gli altri, e poi cadere. Ma che non importa, perché la vita non è mai tutta lì. Comunque sia andata in pista, negli anni delle vittorie e in quelli delle sconfitte, tu resti Sebastian. Ti piace il blu, l'odore del pane, far ridere le persone e guardare crescere i tuoi tre bambini. 

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