"Se smette lui, smetto anche io". Categorico, Max Verstappen, deciso come siamo ormai abituati a sentirlo. Il neo campione del mondo di Formula 1 non ha dubbi su quali siano i segreti del suo successo e, tra questi, anche la presenza di una figura fondamentale: il suo ingegnere di pista Gianpiero Lambiase.
"Gliel’ho già detto, quando deciderà di smettere in Formula 1 lascerò i Gran Premi anche io - ha rivelato l'olandese a Ziggo Sport - io voglio lavorare solo con lui". Un rapporto perfetto, costruito con anni di lavoro, stagioni di sconfitte e successi, racchiuso nella calma dimostrata da Lambiase nell'ultimo giro del Gran Premio di Abu Dhabi dove, nonostante il vortice di emozioni causato dalla safety car a quattro giri dalla fine della gara, è riuscito a guidare il pilota Red Bull verso il successo, dandogli indicazioni precise e fondamentali su come affrontare i pochi metri rimasti a dividerlo dal sogno del titolo mondiale in Formula 1.
Lambiase è più di ingegnere per Verstappen: "Abbiamo un rapporto incredibile. Helmut Marko trova stupefacente la maniera che abbiamo di comunicare. Ormai lui è il pilota e io l’ingegnere, voglio che mi dica alla radio quando divento o faccio lo str**zo e io voglio fare altrettanto nei suoi confronti. A livello di strategia non ho timori a gestirla dall’abitacolo. Se le gomme sono finite lo dico e rientro ai box, dove sarà meglio che le gomme siano pronte, anche se a volte la squadra vorrebbe che percorressi ancora un giro".
Anche un po' di Italia quindi nel successo di Verstappen, Gianpiero Lambiase, nato a Londra da genitori italiani, che accompagna Max dal 2016 e che già precedentemente lavorava al fianco del pilota Red Bull Daniil Kvyat, dopo alcuni anni in Formula 1 con il team Force India con Vitantonio Liuzzi, Paul Di Resta e Sergio Perez.