Le qualifiche del COTA, per il terzo weekend della MotoGP 2023, ci han no restituito un Pecco Bagnaia fenomenale, velocissimo, probabilmente imbattibile per il livello di confidenza raggiunto con la moto e sé stesso: il cronometro dice 2’01’’892, le statistiche rispondono all time lap record. Bagnaia non è stato solo fenomenale nel suo giro, lo è stato anche nell’arginare un Alex Marquez tanto veloce (nel primo run i due hanno siglato l’identico tempo) quanto determinato a prendergli la scia. Alex si accoda già in pitlane, ma Bagnaia se ne accorge e lo lascia sfilare. La pantomima si ripete per tutto il giro di lancio, finché Pecco - esasperato - si mette in carena e comincia a spingere, portandosi dietro un altro Marquez rispetto al solito Marc in costante ricerca di un apripista. Poi le cose sono andate come dovevano andare, ovvero con Alex che sbaglia e con Pecco che firma il nuovo record del circuito.
Al netto dell’ironia sui vizi di famiglia, a stupire sono state le reazioni di sdegno per l’atteggiamento dello spagnolo: ma come, non era regolare? Certo che lo è, ma di cattivo gusto. Poco cavalleresco. Eppure in MotoGP non vincono il più gentile e il più buono, ne tantomeno quello che va più forte da solo con la pista sgombra come una discoteca alle due del pomeriggio. Vince il più veloce. E se per essere più veloce ti devi attaccare a quello davanti saresti uno stupido a non provarci. Saresti meno ambizioso, sveglio, lungimirante e capace, eppure di norma questo atteggiamento lo si perdona solo ai più grandi eroi sul viale del tramonto: a Marc Marquez per esempio, o al Valentino Rossi degli ultimi tempi che “sfruttava l’esperienza”. È giusto che ci provino tanto quanto è giusto che chi può andarsene da solo punti a non lasciare una traccia. Pretendere che i piloti smettano di cercare la scia sarebbe come chiedere agli ingegneri di togliere le ali dalla carena perché senza la moto è più bella, o aspettare che qualcuno rimuova il controllo di trazione per regalarci un’uscita di traverso alla Marco Melandri a Phillip Island nel 2006: spettacolare, ma poco redditizio. E che bella la moto pulita, ma se va più piano non la vuole nessuno. Bagnaia è stato più bravo ancora e arrivare così alla pole ha un valore anche maggiore, perché il nervosismo in questi casi può portare all’errore. Ma Alex Marquez non ha fatto nulla di sbagliato, anzi: ha aggiunto una variabile allo spettacolo.