Chicho Lorenzo sarà pure antipatico, ma è uno che conosce molto bene i piloti, soprattutto se spagnoli, perché li ha visti crescere anche quando non hanno fatto parte della sua ormai celebre scuola per giovani riders. Maverick Vinales, appunto, è uno che non è cresciuto con lui, ma che Lorenzo segue da sempre, al punto di citare un precedente: “Anche quando era in Moto3 abbandonò una squadra”. Un episodio che era quasi passato nel dimenticatoio, ma che per Chicho Lorenzo è emblematico per definire un ragazzo che ha talento, ma che forse non ha mai preso le dovute misure con le pressioni del motomondiale: “Che è fortissimo è evidente, il suo talento è incredibile, ma il problema, evidentemente, è nella testa – ha affermato Chicho nella sua consueta rubrica - È un pilota che ha grandi virtù, ma ha delle carenze a livello psicologico. Questo è uno sport molto complicato a livello mentale perché richiede 43 minuti di assoluta concentrazione in cui non si può fare confusione. I veri grandi, Valentino ai suoi tempi, Pedrosa, Jorge, Márquez, sono stati capaci di essere sempre ad altissimo livello di prestazione su qualsiasi circuito. Il giorno in cui non sono sul podio sono tra i primi cinque. E poi ci sono altri piloti che si presentano di tanto in tanto e abbagliano con una qualità pari agli altri, ma solo di tanto in tanto, appunto. Perché non hanno la capacità di adattarsi e quando le cose non vanno bene, non sono in grado di adeguarsi alle nuove circostanze".
Una stroncatura in piena regola, quindi, per Maverick Vinales che, sempre a detta di Chicho Lorenzo, potrebbe anche rischiare di restare senza una sella nella prossima stagione, proprio come conseguenza di questa sua incapacità di metabolizzare le circostanze avverse e trasformarle in energia positiva. E l’idea di restare senza una moto per il 2022 sembra essere quella che spaventa di più anche lo stesso Maverick Vinales: “Stare fermo un anno è una possibilità – ha detto in una recente intervista rilasciata a motorsport.com – Ma non è certamente la migliore delle possibilità, visto che è fermarsi è sempre troppo rischioso: si rischia di perdere velocità e di non ritrovare gli automatismi di un pilota in carriera. Non è quello che voglio”. Il pilota spagnolo ha però spiegato anche che nessuna delle trattative a cui è stato accostato è più avanzata di altre e che, anzi, al momento non c’è assolutamente niente di concreto all’orizzonte: “Ora voglio godermi le vacanze con la mia famiglia – ha aggiunto – Poi penserò a cosa fare del futuro, non c’è niente di certo”. L’ipotesi più accreditata, per lui, resta quella di Aprilia. L’offerta della quadra di Noale è stata fatta, ma la strada per arrivare ad una eventuale firma è ancora lunga. Anche se il pilota spagnolo ha in qualche modo aperto a questa prospettiva: “E’ una moto che è cresciuta tantissimo – ha spiegato – ho fatto qualche giro dietro ad Aleix Espargarò e la RS-GP è sicuramente un mezzo che può giocarsela con tutti gli altri, anche grazie al grandissimo lavoro fatto proprio da Aleix”. Non è una dichiarazione d’amore, ma poco ci manca, visto che poi Vinales ha aggiunto di voler sposare un progetto, anche se dovesse significare rimandare il sogno di vincere subito un mondiale.
“Io voglio un mondiale – ha concluso l’ormai ex pilota della Yamaha – anche quest’anno ci proverò con tutto me stesso fino alla fine. Sono grato a Yamaha per i nostri anni insieme, ma era arrivato il momento di cambiare. Cerco fiducia, è molto importante averla. Quello che ho in testa è trovare un gruppo di cui mi fidi e da lì continuare a costruire. È una situazione molto difficile: ad Assen, ad esempio, la moto ha funzionato molto bene nelle FP1 e non l'abbiamo più toccata per paura che andasse peggio , e non può essere, bisogna sempre cercare di migliorare. Se non c'è fiducia è complicato, ma è quello che ti dico, ad Assen la moto andava abbastanza bene e ho spinto tutto quello che potevo. Sono sollevato di aver annunciato in parte il mio futuro. E’ difficile quando vai in un posto dove non ti senti a tuo agio sapendo che hai ancora tante gare da fare, è difficile. Per la mente è stato molto buono. Ciò non significa che io non sia molto grato alla Yamaha per tutte le opportunità che mi hanno dato e per aver scommesso su di me. Penso di aver dato loro anche un po' di indicazioni per far evolvere la moto, mi sarebbe piaciuto un po' di più, ma ci abbiamo provato”.