È un peccato che la millesima gara della storia della SBK, la Superpole Race delle 11 di domatina, si disputerà sulla pista di Balaton Park. Non erano avventate le opinioni della maggior parte dei piloti di MotoGP e derivate di serie che un mese fa, dopo un test per assaggiare il nuovo tracciato ungherese, l'avevano definito per quello che è: non eccitante, non gradevole, non bello. Sede stradale stretta, traiettorie obbligate, cambi di direzione lenti e spigolosi, mancanza di un rettilineo che lasci sfogare la potenza di queste moto. La sesta infatti non viene mai utilizzata e quasi tutte le curve vanno affrontate in seconda se non in prima marcia. Ti guardi attorno, vedi le campagne ondulate che circondano il lago Balaton e pensi che forse, al posto di questo circuito piatto e fin qui indigesto, si poteva fare qualcosa in più. Di certo la pista è fisica, caratterizzata da tante brevi pieghe in successione: la prima parte ricorda vagamente il primo settore di Most, dopodiché abbiamo a che fare con una spruzzata di Magny-Cours e con un qualcos'altro che forse somiglia solo a se stesso: Balaton Park.
La gara numero novecentonovantanove, comunque, l'ha vinta Toprak Razgatliuoglu (che già aveva trionfato nei GP numero 800 e 900 della storia delle derivate di serie). Una Gara 1 che è stata interrotta dalla bandiera rossa dopo due curve, poiché nel cambio di direzione a forma di imbuto che segue il rettilineo dei box non c'è spazio fisico per quattro o cinque moto che in quel punto arrivano appaiate. Così Andrea Iannone - forse leggermente toccato da Vierge, forse colpevolmente distratto e costretto a pinzare di colpo la leva del freno per evitare una moto davanti a sé - ha perso il controllo della sua Ducati Go Eleven, che ha travolto Danilo Petrucci, il quale a sua volta ha trascinato con sé nella ghiaia Yari Montella, Ryan Vickers, Iker Lecuona, Remy Gardner e Garrett Gerloff. Risultato? Frattura al polso per Lecuona (che a questo punto dovrà con tutta probabilità saltare la otto ore di Suzuka), contusione alla schiena per Gerloff (portato in ospedale), doppio long lap penalty da scontare per Andrea Iannone alla ripartenza. Ripartenza che ha visto Danilo Petrucci scattare dall'ultima casella della griglia, a causa di un problema tecnico sulla sua seconda moto che non gli ha consentito di effettuare la quick re-start procedure nei tempi prestabiliti.
I venti giri successivi sono stati un assolo di Toprak Razgatlioglu. Mai in discussione la sua leadership, che adesso si consolida anche in campionato: il turco si porta a +9 su Nicolò Bulega e domani proverà ad incrementare il vantaggio su una pista in cui sembra avere un paio di decimini di margine sul diretto rivale. Bulega, dall'altra parte, ha corso in maniera estremamente intelligente. Scattato dalla seconda fila con estrema prudenza, il 26enne di Motecchio Emilia ha assestato una rimonta graduale, ravvivando una prima metà di gara altrimenti noiosa: tre staccate con la gamba destra a penzoloni, in tre punti diversi, per scavalcare rispettivamente Jonathan Rea, Alvaro Bautista (bello il sorpasso all'interno di un cambio di direzione striminzito) e Andrea Locatelli. Sam Lowes, torchiato dalla Ducati Aruba numero 11, è scivolato alla due, lasciando campo libero a Nicolò per un secondo posto di cui oggi si è ragionevolmente accontentato. Dietro di lui, sul podio, un Alvaro Bautista che nella seconda metà di gara ha fatto valere la sua proverbiale e vellutata gestione delle gomme, registrando tempi simili a quelli di Toprak.

Il primo degli indipendenti resta sempre e comunque Danilo Petrucci, arrivato esausto al parco chiuso. Ha recuperato più di quindici posizioni, ha lottato come un mastino, a metà gara ha assaporato anche la possibilità di agganciare Bautista e Locatelli per un posto sul podio. Poi il suo posteriore è calato e il ternano ha concentrato le sue mire sulla quinta posizione di Alex Lowes, scavalcato dopo una lotta pulita e onestissima. Oltre alla doppia scivolata di Jonathan Rea nel finale, sono da segnalare le parole durissime pronunciate da Danilo sul conto di Iannone, tredicesimo al traguardo: "In curva 2 Iannone mi ha centrato in pieno – ha raccontato Petrucci nel media scrum – per me è inaccettabile che l’abbiano fatto ripartire dopo che ne ha stesi sei, mandandone due all’ospedale. Io ho del dolore alla spalla e spero si risolva per domani. Sembra stesse giocando a un videogame, ma questo non è un gioco. Sono veramente inca**ato perché ho perso punti importanti, nonostante la mia squadra abbia fatto un grandissimo lavoro per farmi ripartire e siano stati straordinari. Potevo arrivare sul podio, ma va bene così! Se ho avuto modo di parlare con Andrea? No, è meglio che lui mi stia alla larga! Non voglio parlarci, anche perché non ho nulla da dirgli e nemmeno voglio le sue scuse. Alla fine lo conosciamo, verrà qui dai giornalisti e dirà cose del tipo 'mi hanno chiuso la linea'. Il fatto che gli abbiano dato un doppio long lap penalty dice tutto e penso non ci sia altro da aggiungere. Io comunque non capisco una manovra del genere. Ieri aveva ricordato a tutti di utilizzare il cervello in curva 1, poi è stato lui a spegnerlo. È meglio che me ne stia zitto va".
A Balaton Park l'aria è pesantissima. Forse la colpa non è tutta di Andrea Iannone, ma anche del mircoclima che si forma lì, sulle sponde di quel lago ungherese. Tra le curve anguste di un circuito la cui storia non è cominciata nel migliore dei modi.