Ricordo la violenta scarica di adrenalina per quel sorpasso impossibile di Sete Gibernau su Valentino Rossi in Germania, la spallata di Vale a Sete a Jerez o le bellissime vittorie di Marco Melandri in Turchia. Davide contro Golia, con Fausto Gresini, fiero condottiero di un team satellite capace di sfidare il gigante HRC. E ricordo giorni tragici in cui abbiamo maledetto i demoni della velocità e dello sport con i corpi di Dajiro Kato e Marco Simoncelli inermi sulla fredda lingua di asfalto che tanto dà quanto toglie. La stretta di abbracci in una torrida Sepang diventata glaciale per lo smarrimento umano davanti all’incomprensibile. Così la tragedia che ci è arrivata addosso alle 10:02 di questa mattina, ci sbatte in faccia la cruda realtà di questo sporco virus.
Fausto Gresini ci ha lasciati dopo aver lottato duramente per la vita dal 27 dicembre scorso, quando è stato ricoverato in terapia intensiva all’Ospedale Maggiore di Bologna dopo esser risultato positivo al Corona virus poco prima di Natale.
Inizialmente le sue condizioni si erano stabilizzate e dopo il risveglio dal coma aveva anche cominciato la fisioterapia e a parlare tramite videochiamata con i suoi cari. Il team principal della Gresini Racing aveva compiuto 60 anni lo scorso 23 gennaio e, impossibilitati di vederlo, la moglie Nadia e i figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese gli avevano dedicato un messaggio sui social: "Oggi è un giorno speciale. E’ il compleanno del nostro papà, marito e campione. Quest’anno non lo passeremo insieme come le altre volte ma noi siamo sempre con te. Sappiamo quanto siano difficili questi giorni ma anche quanto sia grande la forza che hai dentro, e quanta te ne diamo noi per affrontare tutto. Sei uno che non molla mai e noi ti aspettiamo a braccia aperte".
Dal letto di ospedale Fausto continuava a dirigere, insieme ai fidi collaboratori come Carlo Merlini o Fabrizio Cecchini, un team che porta il suo nome e corre in MotoGP, Moto2, Moto3, MotoE, nel Civ con oltre 70 persone coinvolte. 70 famiglie, amava sottolineare Fausto, perché la Gresini Racing è prima di tutto una famiglia e il due volte campione del mondo 125 sentiva la responsabilità, come imprenditore, per i suoi dipendenti e collaboratori.
Anch’io ho fatto parte di questa famiglia e gli anni 2004,2005, 2006 sono stati i più divertenti in MotoGP. Ricordo il clima di spensieratezza grazie ai bellissimi risultati che ci regalavano Sete Gibernau e Colin Edwards, prima, Sete e Marco Melandri, poi. Tre stagioni da vice campioni del mondo con la serenità di uno sponsor solido come Movistar. Tre anni carichi di emozioni, di duro lavoro, ma anche di risate, con quella straordinaria leggerezza e fantasia di un team dall’anima romagnola, appassionato di corse.
La vita, come una stagione di corse, è un’incredibile raccolta di emozioni, e voglio ricordarti così Fausto: fiero, determinato, sicuro. Un combattente che ha lottato e saputo realizzare i suoi sogni, dalla bellissima famiglia - con la moglie Nadia e i figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese - alle corse, e a farne partecipe anche gli altri, perché Fausto ha sempre trovato il tempo e un sorriso per tutti. Ciao Fausto