In Italia è notte fonda mentre Nicolò Bulega si prende la sua prima rivincita. Nella tarda mattinata di Phillip Island nuvoloni grigi, dopo una settimana di sole, scaraventano sull'asfalto gocce di pioggia, che si fanno sempre più insistenti. Il plotone della Supersport 600 parte lo stesso con gomme slick, in condizioni miste, infide. La perturbazione che avvolge i cieli del Mar di Tasmania, scatenandosi sulla pista proprio nell'attimo dello spegnimento dei semafori, assomiglia ad una maledizione. Soprattutto per Nicolò Bulega, che scatta dalla prima fila e ha dominato, sull'asciutto, i test invernali. In un giro il 23enne di Montecchio Emilia si ritrova in sedicesima posizione. La sua Ducati Panigale V2 non gli trasmette alcuna confidenza sul viscido. L'intensificarsi della pioggia, sommato ad un brutto indidente tra Yari Montella (clavicola rotta) e Adrian Huertas (vertebra fratturata), consigliano alla Direzione Gara di esporre bandiera rossa. Si riparte in condizioni simili: alcuni piloti scelgono di montare ancora le slick, altri tentano la fortuna con le intermedie, Bulega si schiera in griglia con gomme da bagnato. Ha ragione Nicolò, che alla ripartenza dalla quarta fila scavalca una decina di piloti con una manovra da manuale, all'esterno della velocissima curva 1. Un'altra dozzina di pieghe e il ducatista guida il gruppo, impugnando una leadership che terrà salda sino alla bandiera a scacchi.
L'impennata della Panigale V2 sul traguardo si mescola al gioioso scuotimento del capo di Nicolò, al quale - forse - scappa anche qualche lacrima sotto la visiera. Perchè dal 2017 in poi, per il ragazzo emiliano cresciuto nell'Academy di Valentino Rossi e troppo presto associato a Valentino Rossi, sono stati solo bocconi amari. La carriera di Bulega ha cominciato a raddrizzarsi lo scorso anno, quando il pilota ha abbandonato il Motomondiale per il paddock della SBK, trovando nuova linfa in Supersport 600, con nove podi e un quarto posto finale in classifica. Il 2023 è cominciato con una vittoria, che a Nicolò mancava dal 2015 - erano i tempi del CEV Moto3. La Ducati, dal canto suo, non trionfava in SSP dal 2005. Coincidenze? Forse, ma Bulega ora sembra un pilota persino più maturo dei suoi 23 anni, con una voglia di riscatto dirompente, in sella ad una moto che - asciutto o bagnato - può sempre fare la voce grossa. Il grido di battaglia è stato lanciato anche in SBK dalla Ducati. Un paio d'ore dopo i festeggiamenti per Nicolò Bulega, il Team Aruba ha potuto replicare cantando insieme ad Alvaro Bautista. Lo spagnolo, col numero uno sul cupolino della sua Panigale V4R, ha magistralmente regolato Jonathan Rea e Toprak Razatlioglu in un Gara-1 full wet. Per Borgo Panigale il 2023 non poteva cominciare meglio. Una partenza che, fino a pochi mesi fa, nemmeno Claudio Domenicali si immaginava. L'Amministratore Delegato di Ducati, a margine del titolo di Pecco Bagnaia e del Mondiale vinto da Bautista, aveva detto: "Questa è l'apoteosi, meglio di così non si può fare". Noi invece pensiamo che - sulla carta e secondo i primi responsi che le gomme imprimono sull'asfalto - il 2023 di Ducati possa essere ancor più incredibile del 2022. Il sogno è il Triplete. MotoGP, Superbike e Supersport. È tutto in regola.