È a Brescia, al Centro Tecnico Federale guidato da Enrico Casella che iniziano a prendere forma i sogni, sulle orme della più grande ginnasta italiana, Vanessa Ferrari. Tutto parte dopo l’Olimpiade di Rio 2016, un progetto chiamato “FATE RTT2020”, fate che prende il valore di fate, l’imperativo di fare ma ricorda anche la creatura magica. Questo è un progetto ambizioso, nato proprio per individuare precocemente le ginnaste, circa quaranta, e aiutarle a crescere in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. La loro una generazione di talenti, che va dall’annata 2001 alla 2006, si sono fatte trovare pronte, hanno stravolto la loro vita trasferendosi com’è successo per le gemelle D’Amato.
Ore di allenamenti, di trasferte in giro per l’Europa e non solo anche all’estero, nel 2017 in America per un collegiale accompagnate dai tecnici Marco Campodonico e Monica Bergamelli e il direttore tecnico Enrico Casella. I primi risultati, sono arrivati subito, non erano ancora senior, nel 2018 si sono laureate campionesse d’Europa. Da lì record su record, una crescita costante che coinvolge tutta la nazionale azzurra, si punta ad aumentare le difficoltà degli esercizi portando elementi considerati un rarità per la generazione precedente come: il Silvas, il Wolf ovvero i giri in accosciata e i primi doppi tesi che caratterizzano gli esercizi delle Americane.
Di conseguenza arrivano anche le prime medaglie, il terzo posto ai Mondiali di Stoccarda dietro agli Stati Uniti e alla Russia, salendo sul podio per la prima volta dopo settant’anni e strappando il pass per le Olimpiadi di Tokyo 2020. A causa della pandemia, il momento è rimandato e le cose nella ginnastica artistica possono cambiare in un batter d’occhio, infatti Elisa Iorio e Giorgia Villa a causa di due infortuni sono costrette a rinunciare, proprio la Villa affermò: "Non è stato semplice perché all'inizio, come ogni atleta, avevo pensato 'Basta, mi è successo questo. Lascio tutto lì e non penso più a nulla. La ginnastica non posso più farla', ma penso sia normale. Però poi, dopo che mi sono fermata per un mesetto, e mi mancava la ginnastica. Quello mi ha fatto capire che davvero la ginnastica è la mia vita. E ora l'obiettivo è proprio quello di cercare di prendere il posto in squadra e partecipare alle Olimpiadi”.
Ma non sempre le cose vanno come si era immaginato, in finale le Fate vengono beffate, un quarto posto a pochi decimi dal podio, che segna però il miglior risultato dall’inizio del nuovo secolo. La storia di questo gruppo potrebbe essere riassumibile in “Trust the process” ovvero credi nel processo, perché nonostante la delusione sono tornate a lavorare per pulire gli esercizi e migliorarli e con il duro lavoro tutto arriva, così come l’oro europeo a Monaco di Baviera 2022. I mondiali, però restano un tasto dolente, infatti negli ultimi anni le ginnaste non sono riuscite a centrare il podio, proprio come ad Anversa 2023, ottenendo però il pass per Parigi.
L’anno olimpico non poteva iniziare nel modo migliore, infatti la nazionale si è laureata campione d’Europa, un risultato storico ma dolce amaro perchè Asia D’Amato si è infortunata gravemente al ginocchio, dovendo rinunciare così all’appuntamento dell’anno. L’apice atteso è stato proprio ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 dove la squadra composta da Elisa Iorio, Giorgia Villa, Angela Andreoli, Manila Esposito e Alice D’Amato ha vinto uno storico argento, frutto di una serie di esercizi complessi senza sbavature. Emozionate e felici, perché questo è un risultato davvero inaspettato hanno affermato ai microfoni dei canali Olimpici: “Siamo sempre state una squadra, siamo cresciute insieme, quindi non mancano mai punti di forza, e cerchiamo di non farli mancare mai. Abbiamo avuto la fortuna di avere Asia [D'Amato] e Vanessa [Ferrari] qui che ci hanno aiutato anche da fuori ad arrivare a questo risultato. Non ci rendiamo conto di quello che abbiamo fatto, nonostante abbiamo una medaglia in mano. Sono emozioni fortissime, difficili da spiegare a parole. Ora pensiamo a goderci il momento”. Ma la spedizione non si è fermata qui posizionando due ginnaste nella finale all-around conclusa con un quarto per Alice e un quattordicesimo posto per Manila, i loro risultati erano già nell’aria perché le due sono rispettivamente vice-campionessa e campionessa europea.
A stupire è stata la finale a trave, attrezzo ostico per Alice d’Amato che vince un meritatissimo oro, il primo nella storia della ginnastica artistica e a completare la missione ci ha pensato Manila Esposito che ha conquistato il bronzo. Una medaglia che per vale per due, anche per Asia, rimasta a casa che ha lasciato ad Instagram la sua emozione, scrivendo: “Appena aveva finito la trave io lo sapevo che era medaglia, perché aveva fatto una super trave. Io non potrei essere più felice e orgogliosa di lei, perché comunque dopo tutto quello che abbiamo passato, gli infortuni, la perdita di papà, siamo riuscite ad andare avanti e lei è riuscita a riscattarsi. Sono super fiera e orgogliosa di lei. Non vedo l'ora di abbracciarla”. Una generazione di talenti, che a Parigi ci ha fatto sognare, senza dimenticare che questo è solo l’inizio.