Le Olimpiadi di Parigi 2024 verranno ricordate per lo spettacolo, sicuramente, ma soprattutto per le polemiche. Dalle condizioni in cui gli atleti sono costretti a vivere negli alloggi a decisioni arbitrali discutibili, fino ad arrivare ai bagni nella Senna. Ma se ci fosse anche un caso doping (e passaporti)? A parlarne, durante un’intervista rilasciata a Il Foglio, è il commissario tecnico dell’Italvolley femminile Julio Velasco, che è partito dall’incontro dal caos creato intorno alla presenza della pugile Imane Khelif ai giochi parigini, portando alla luce una situazione tutt’altro che limpida. Riguardo la boxeur algerina, diventata (tristemente) celebre soprattutto per il discusso incontro con l’azzurra Angela Carini, l’allenatore di origini argentine ha detto che “siamo a favore o siamo contro la pugile con una facilità assurda. Molti pur non sapendo bene di cosa si tratti prendono una posizione. Io credo che dovremo accettare l’esistenza di cose complesse e questa dell’identità di genere – ha assicurato Velasco – è una di quelle”. Eppure, per il ct della nazionale italiana l’algerina è l’ultimo dei problemi, i veri sospetti sono su altre atlete…
Nello specifico, ha detto Velasco a Il Foglio, “tutti stanno parlando della pugile algerina Imane Khelif – che in finale incontrerà l’altra discussa collega Lin Yu-Ting –, ma se uno guarda il suo fisico e quello delle altre atlete, e non faccio nomi perché se no finisco come Zeman – ha sottolineato –, beh io avrei più sospetti sui fisici di altri atleti […] faccio fare pesi ai miei giocatori da quarant’anni e faccio fatica a credere che certi fisici si costruiscono solo con il lavoro in palestra”. Eppure, “dai controlli antidoping – continua il ct – non viene fuori nulla, però… Non capisco questo scandalo per la pugile e poi nessuno dice nulla su altre situazioni che solo a vederle…”. Secondo Velasco “il problema è complesso ed esiste da sempre, un po’ come la corruzione. Non la risolveremo mai, ma bisogna contenerla. Dovremo fare lo stesso con il doping”. Ma questa parola può essere usata anche per un altro (presunto) scandalo, quello dei passaporti. “Qui è semplice – afferma l’allenatore –, tutti gli sport dovrebbero avere la stessa regola del calcio dove se un giocatore ha giocato con una nazionale poi non può passare a un’altra […] Perché se non lo si ferma comincia il mercato che in realtà è già cominciato, e guarda caso vedi africani diventare inglesi e non viceversa. Il flusso – dice Velasco – è sempre da paesi poveri a paesi ricchi e non mi sembra vada d’accordo con lo spirito olimpico”. Ma tornando sul tema dell’identità di genere e del sesso, per il ct della nazionale azzurra femminile, “la discussione su chi deve stabilire chi è o non è una donna è complessa, molto complessa […] La situazione è molto complicata anche perché (nel caso di Khelif, ndr) parliamo di uno sport dove si menano […] ho visto gareggiare qualche donna che se menasse mi farebbe molta più paura dell’algerina”.