Le Olimpiadi di Parigi rischiano seriamente di essere ricordate quasi esclusivamente per le grandi polemiche che ci sono state. Insomma, un caos senza fine cominciato già dai primi istanti con la cerimonia di apertura, o forse ancora prima con tutta la questione della bonifica della Senna e la nuotata nel fiume parigino di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi. Poi, però, man mano che le competizioni andavano avanti sono scoppiate grandi, grandissime diatribe che rischiano addirittura di trasformarsi in piccoli casi diplomatici; come il Belgio che ha deciso di ritirare la sua squadra di triathlon dopo che una delle sue atlete Escherichia coli, presumibilmente proprio per aver nuotato nelle acquee della Senna per una gara. E forse c'è bisogno di fare un po’ di chiarezza, ma per fortuna che c’è Giovanni Malagò, presidente del Coni, che in un’intervista rilasciata a La Stampa parla di tutto, incluso l’incontro di boxe tra Angela Carini e Imane Khelife e i problemi degli atleti nel villaggio olimpico. Peccato che anche l'intervista forse è stata contaminata da qualche batterio, perché...
No, le parole di Malagò, lui che tante volte è stato criticato per essersi esposto solamente per le grandi vittorie degli azzurri, non sembrano poi così chiare. Dopo aver parlato delle condizioni di Gianmarco Tamberi, dicendo che “Gimbo mi ha chiamato domenica mattina, mi ha spiegato la situazione e poi è scoppiato a piangere”, e aggiungendo anche che “mi aspetto un altro miracolo da Tamberi”, sulla staffetta 4x100 (che vedrà impegnato anche Marcell Jacobs) e la prossima semifinale nei 200 a cui parteciperanno Filippo Tortu e Fausto Desalu, si è limitato a dire che “è un film tutto da vedere”. E poi ecco i temi più caldi. Sulla cerimonia di apertura che “a me […] – ha detto Malagò – non ha convinto ma […] è stata una scommessa vinta”. Le parole del presidente rimangono ambigue anche per la questione della balneabilità della Senna; insomma, le competizioni nel fiume si devono fare o no? “Una cosa è fare una gara corta come il triathlon – ha spiegato a La Stampa –, un’altra è nuotarci per dieci chilometri. Adesso la situazione è borderline”. Eppure, allo stesso tempo si dice “fiducioso”, e ammette di aver “chiesto, quale membro Cio, di fare la premiazione di quella gara”. E il caso di Imane Khelif? Malagò ha raccontato che ciò che lo ha infastidito di più è che “i media per un paio di giorni abbiano parlato più di questo caso che delle medaglie vinte da atleti che si preparavano da anni”, ma anche che “Angela mi ha mostrato le pressioni cui è stata sottoposta nei giorni precedenti l’incontro dall’Iba […] e io le ho detto di non farci caso e di pensare solo a combattere […] Ho ricevuto dalla massima autorità medica del Cio il documento sulla regolarità della partecipazione di Khelif al torneo. Il resto sono solo chiacchiere”. Ma anche le lamentele degli atleti sulle condizioni del villaggio olimpico sono solo chiacchiere? Su questo tema Malagò ha ammesso che “se un atleta come Paltrinieri, alla quarta Olimpiade, si lamenta, qualche problema c’è”, ma allo stesso tempo “Nadal, Alcaraz e Djokovic sono abituati a stare negli hotel a sette stelle ed erano al villaggio. E comunque nessuno è andato male o andrà male per colpa del villaggio”. Quindi? Chi lo capisce e bravo, o forse non c'è niente da capire?