Lontano da Torino, ma ancora per poco, John Elkann si gode il clima delle Olimpiadi, “perché qui – ha dichiarato – vedi il mondo senza divisioni, una convivenza in armonia”. In fin dei conti il presidente di Stellantis e Ferrari, e Ceo di Exor, è da sempre un grande appassionato dei giochi olimpici, e “a Parigi – riporta Tuttosport – ha assistito entusiasta all’impresa di Djokvic e all’oro italiano nel doppio femminile e alla medaglia di Musetti, alla finale dei cento. Applaude Paltrinieri ‘straordinario’. E ieri è tornato alla ginnastica”. Ed è proprio da questo piccolo paradiso utopico senza conflitti, e più precisamente da Casa Italia, che il nipote dell’avvocato Gianni Agnelli ha voluto parlare di Juventus e del Cavallino di Maranello, ma non solo, analizzando le loro situazioni e i progetti per il futuro in Serie A e in Formula 1. A dire il vero, però, la reale motivazione della presenza di Jaky nello scenario olimpico è la presentazione di un nuovo progetto in collaborazione con il Coni il cui “obiettivo è di motivare i ragazzi a fare sport, stimolandoli attraverso l’esempio dei campioni”, in fin dei conti, ha affermato, “guardate cosa è successo grazie a Sinner: prepariamoci a una futura generazione di tennisti. Del resto – riporta ora la Gazzetta dello Sport – quando ero giovane io eravamo tutti sciatori grazie a Tomba e Compagnoni”. Ok, ma cosa ha detto sulla squadra bianconera e sulla scuderia rossa? E poi quel confronto su Lewis Hamilton…
Grande entusiasmo per le Olimpiadi, ma adesso Elkann è pronto a Torino per assistere alla sfida tra la Juventus e la Juve Next Gen (ex under 23 che adesso milita in Serie C), ovvero “una festa della famiglia bianconera” nella descrizione di John, ma anche “la prima di Thiago Motta e dei nuovi giocatori allo Stadium. Ci saranno quaranta mila persone e una grande atmosfera”. E proprio a proposito della squadra torinese ha affermato che questo sarà l’anno zero, nel senso che “nella non possono non esserci momenti duri, l’importante è prenderli positivamente e sfruttarli per fare un reset. E ripartire. Dunque - si legge ancora nella dichiarazione riportata dalla Rosea – l’anno zero è l’attimo in cui schiacci quel bottone e ti asci alle spalle il passato guardando solo al domani”. Insomma Max Allegri, e a quanto pare anche Federico Chiesa, messo definitivamente sul mercato, fanno parte del passato. Il futuro è nelle mani di Motta, “un allenatore giovane che è stato anche giocatore – ha detto Elkann – e può aiutarci a costruire”. Grandi ambizioni per il futuro, eppure l’imprenditore non nasconde la crisi della Serie A, ormai diventata “un posto di formazione per giovani alle prime armi, quelli bravi andranno in Premier League. E poi magari a fine carriera in Arabia Saudita”. Dal pallone alle auto, e quindi dalla Juve alla Ferrari. La grande novità a Maranello è l’arrivo di Hamilton nella prossima stagione, e alle paure di molti ferraristi legate all’età del pilota, Jaky assicura che l’inglese “è molto motivato a diventare per l’ottava volta campione del mondo”. Insomma, “non viene certo in Ferrari per godersi la pensione”. E poi, però, fa un paragone molto particolare: ma in che modo Lewis è simile a Cristiano Ronaldo e Lionel Messi?
Insomma per John Elkann, alla ricerca di nuovo esempio che giustifichi i trentanove anni, e quindi quaranta per quando si troverà al volante della Rossa, di Hamilton, “basta guardare i grandi dell’ultimo decennio: Djokovic, Federer, Hamilton, Ronaldo, Messi, che cos’hanno in comune? La longevità. Hanno superato con un’enorme forza di volontà i condizionamenti fisici”. Ok i tennisti, la medaglia d’oro di Nole ne è la prova, ma per quanto riguarda i due calciatori la situazione cambia. L’argentino al momento, dopo un recente passato (non proprio brillantissimo) al Paris Saint Germain, gioca nell’Inter Miami, squadra di David Beckham, mentre il portoghese è volato a Riad dove indossa la casacca dell’Al-Nassr; ma non è che il Cavallino in Formula 1 è come l’Arabia e la Mls per il calcio?